Decotto di piantaggine: l’antico rimedio di mia nonna

Maria Di Maria
4 Min
Healing plantain tea. Glass teapot with herbal plantain tea. Natural herbal medicine

Il decotto di piantaggine non è che uno tra i numerosi e possibili modi di utilizzare questa erba officinale.

Se volete conoscere nel dettaglio ogni su proprietà, cliccate qui. Troverete anche alcuni suggerimenti per individuarla facilmente durante le vostre passeggiate in mezzo alla natura.

Mia nonna ne faceva largo uso. Con le sue foglie preparava unguento, oleolito e sciroppo, ma teneva sempre da parte una buona dose di foglie e semi secchi per i suoi infusi.

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Il punto è che la piantaggine si rivela efficace per risolvere davvero tanti problemi di salute, ovviamente non gravi, non cronici e neppure in fase acuta.

Per utilizzare sapientemente le erbe, dobbiamo ricordarci sempre che sono sì un prezioso dono della natura, ma non sostituiscono i medicinali di sintesi. Alleviano fastidi in modo incisivo solo se utilizzate con tempismo. Per questo, mia nonna aveva sempre a disposizione una sorta di prontuario erboristico farmacologico a cui attingeva ai primi sintomi.

Se per creare oleoliti e unguenti, spesso si serviva delle parti fresche, per le tisane doveva contare su foglie e semi secchi.

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In questo caso, raggruppava la piantaggine in mazzetti, non molto grandi, e avvolgeva intorno un pezzo di carta, dopo di che legava con uno spago e appendeva il tutto in un luogo ventilato e fresco. Il periodo di essiccazione varia in base al caldo, l’essiccazione è completa quando una foglia si sbriciola tra le dite. Questa è la prova del nove.

E ora vediamo insieme come realizzare e come impiegare il decotto di piantaggine.

 

Decotto di piantaggine: ingredienti, preparazione e usi

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Per preparare un decotto di piantaggine possiamo utilizzare le foglie o i semi. Ovviamente o le une o gli altri, mai le une e gli altri. Questo perché hanno proprietà molto diverse.

I semi sono ricchi di mucillagini che facilitano l’apparato digerente e la motilità intestinale.

L’infuso, in questo caso, ha solo uso interno e si realizza facendo bollire un cucchiaio da minestra di semini in mezzo litro di acqua. Va bevuto al mattino appena sveglie a stomaco vuoto, caldo o a temperatura ambiente, oppure può essere sorseggiato prima di coricarsi la sera, lontano dai pasti.

Con le foglie, invece, possiamo preparare un decotto con doppio utilizzo: interno ed esterno.

In entrambi i casi la proporzione è di 5 grammi ogni 100 ml di acqua. Dobbiamo portare ad ebollizione, spegnere il gas, unite la piantaggine e lasciarla in infusione per una decina di minuti circa. Filtrare il liquido e godere dei suoi benefici.

Per uso topico, può essere tamponato con un batuffolo di cotone sulla pelle grassa con funzione sebo-regolatrice; ma non solo, possiamo utilizzarlo in caso di acne, di dermatiti per attenuare le infiammazioni; su ustioni leggere, piccole ferite e abrasioni si rivela un potente lenitivo e calmante.

È benefico anche come impacco oculare per curare congiuntiviti e palpebre arrossate; proviamolo in combinazione con la camomilla e troveremo un rapido sollievo.

Per uso interno, sorseggiato caldo o tiepido e con l’aggiunta di un cucchiaino di miele e mezzo cucchiaino di curcuma, si rivela risolutivo in presenza di raffreddore, mal di gola e infezioni alle prime vie aeree. Senza l’aggiunta di questi ultimi due ingredienti possiamo utilizzarlo anche per risciacqui dopo l’igiene dentale per trattare le afte in bocca. Inoltre è un potente depurativo e diuretico. 

N.B: Prima di assumere qualsiasi rimedio naturale è sempre bene rivolgersi al proprio medico di fiducia.

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Di Maria
Mi chiamo Maria, amo tantissimo cucinare, sono una mamma, una nonna, e porto con me il sapere semplice e prezioso che mi è stato trasmesso dalle donne della mia famiglia. Ho sempre cucinato, raccolto erbe spontanee, preparato infusi e rimedi naturali, e ancora oggi continuo a farlo, con lo stesso rispetto e la stessa meraviglia che avevo da bambina.Questo sito nasce dal desiderio di condividere ciò che ho imparato: ricette autentiche, rimedi della tradizione, e piccoli gesti di cura che si tramandano di generazione in generazione. Ogni articolo che pubblico è frutto della mia esperienza reale, scrupolosamente confrontato con fonti affidabili e supervisionato dalla dott.ssa Maria Di Bianco, laureata con lode in Scienze dell’Alimentazione e in Tecniche Erboristiche.Non sono un medico, né un’erborista, ma una custode della memoria domestica. Quella che sa cosa fare quando un bimbo ha la tosse, quando si raccolgono le noci verdi per fare il nocino, o quando un fiore ti dice che è il momento giusto per essere raccolto.