Zeppole bollite Napoletane: la ricetta della tradizione a Natale

Maria Di Maria
5 Min

Le zeppole bollite, dalle mie parti, sono conosciute come scauratielli e appartengono alle ricette tradizionali del Cilento. Vi ricordate il film “Benvenuti al Sud” e quel meraviglioso paese abbarbicato sulla costa? Catellabate è la patria stessa di questa ricetta, oltre che essere una meravigliosa cornice cinematografica! Pare che sia approdata qui ai tempi della conquista degli antichi Greci, intorno al VII-VI secolo a.C., quando fu fondata Paestum.

A ben guardare, infatti, la loro forma è proprio quella di due lettere dell’alfabeto greco, α, alfa e ω, omega, la prima e l’ultima.

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Sono un piatto povero, tradizionalmente si consumano in famiglia la notte del 24 dicembre. Anche questa usanza ha origini antiche. Pare che discenda dalla tradizione di ringraziare gli dei per la vittoria della luce sulla notte, il giorno successivo al solstizio d’inverno, quella stessa festa che nell’antica Roma prenderà il nome di Sol Invictus, Sole mai sconfitto. Oggi i Cristiani santificano il giorno Natale di Nostro Signore Gesù che è luce del mondo, scambiandosi calore, amore, doni e banchettando. I Cilentani, i Campani in genere, fanno di più: preparano gli scauratielli.

Ogni famiglia ha le sue tradizioni. Nella mia, si usa bollire nell’acqua anche le bucce di un arancio e di un limone (biologico), a fiamma bassissima in modo da impregnare il liquido di profumi e aromi. Potete fare come me o omettere questo passaggio, ciò che conta è preparare insieme le zeppoline bollite.

Zeppoline bollite o scauratielli: la ricetta cilentana

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Zeppole bollite: ingredienti e preparazione

Per questa ricetta procuriamo:

  • 450 ml di acqua
  • 300 gr di farina 00
  • 40 gr di zucchero
  • q.b. di sale
  • 50 ml di liquore Strega (oppure anice) o mix di succo di arancia e limone
  • 1 cucchiaio di olio extravergine
  • q.b. olio per friggere

per completare:

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    • 5 cucchiai di miele
    • 1 cucchiaio di zucchero 
    • 100 ml succo di 1 arancia (oppure liquore)
    • q.b. confettini colorati

Il procedimento

Versiamo l’acqua in una casseruola dal fondo spesso in acciaio, uniamo l’olio, il liquore (oppure succo di agrumi), il sale e lo zucchero, (se desideriamo, possiamo aggiungere qualche scorza di limone e arancio per poi toglierle a bollore raggiunto) e facciamo andare a fiamma moderata. Giunta a bollore inseriamo la farina tutta in una sola volta e mescoliamo subito senza smettere fino a quando l’impasto non si stacca dai bordi della pentola.

Ungiamo il piano di lavoro con un giro d’olio e trasferiamo il composto. Stendiamolo con il mattarello in modo da spianare eventuali grumi di farina. Quando otteniamo un rettangolo piuttosto lungo, richiudiamolo unendo i lati più corti e proseguiamo a lavorarlo per qualche minuto con le mani. Preleviamone una noce, passiamola tra i palmi per realizzare un salamino lungo e stretto e uniamo le estremità a x, per formare una sorta di graffa, simile all’α (alfa), oppure sagomiamole a w, con gli angoli smussati come fosse una ω (omega).

Nel mentre, portiamo al punto di fumo abbondante olio di semi e friggiamo subito le nostre zeppoline. Scoliamole quando risultano ben dorate in superficie su entrambi i lati e tamponiamole con la carta apposita, quindi passiamole nel miele o nello zucchero. Oppure ancora, prepariamo questa glassa.

In un pentolino, mettiamo il miele e lo zucchero, aggiungiamo il succo d’arancia oppure 1o0 ml di liquore (per profumare, l’alcool evapora con le alte temperature). Scaldiamo il composto a fiamma allegra fino a scioglierlo per ottenere una miscela piuttosto liquida, corposa e omogenea e versiamola su i nostri scauratielli.

Prima di distribuirli, decoriamoli con gli zuccherini!

Le zeppoline vanno rigirate nello sciroppo di miele e arancia prima di essere servite.

Ps. Le zeppoline possono essere anche semplicemente rotolate nello zucchero semolato oppure in zucchero e cannella ma in questo modo vanno mangiate solo calde.

Buon Natale!

Vi aspetto sulla mia pagina Facebook – Pane e Mortadella

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Di Maria
Mi chiamo Maria, amo tantissimo cucinare, sono una mamma, una nonna, e porto con me il sapere semplice e prezioso che mi è stato trasmesso dalle donne della mia famiglia. Ho sempre cucinato, raccolto erbe spontanee, preparato infusi e rimedi naturali, e ancora oggi continuo a farlo, con lo stesso rispetto e la stessa meraviglia che avevo da bambina.Questo sito nasce dal desiderio di condividere ciò che ho imparato: ricette autentiche, rimedi della tradizione, e piccoli gesti di cura che si tramandano di generazione in generazione. Ogni articolo che pubblico è frutto della mia esperienza reale, scrupolosamente confrontato con fonti affidabili e supervisionato dalla dott.ssa Maria Di Bianco, laureata con lode in Scienze dell’Alimentazione e in Tecniche Erboristiche.Non sono un medico, né un’erborista, ma una custode della memoria domestica. Quella che sa cosa fare quando un bimbo ha la tosse, quando si raccolgono le noci verdi per fare il nocino, o quando un fiore ti dice che è il momento giusto per essere raccolto.