Portulaca: l’erba spontanea che si mangia e protegge dal malocchio (secondo Plinio)

Maria Di Maria
4 Min

Portulaca: l’erba spontanea che si mangia e protegge dal malocchio (secondo Plinio)

Non tutti sanno che quella piantina dall’aspetto semplice e dai rametti succulenti, spesso considerata solo un’erbaccia, è in realtà una delle erbe spontanee più antiche e benefiche della tradizione mediterranea: la portulaca.

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Nell’Antico Egitto era usata a scopo medicinale, mentre i Romani la apprezzavano sia in cucina che come rimedio per i disturbi più diversi. Plinio il Vecchio, nella sua Naturalis Historia, scriveva che la portulaca era utile persino per scacciare il malocchio.

Da “piccola porta” a delizia per la tavola

Il nome “portulaca” deriva probabilmente dal latino portula, cioè piccola porta, in riferimento al frutto della pianta che, una volta maturo, si apre spontaneamente per liberare i semi.

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La portulaca oleracea, quella che si raccoglie nei campi, è una pianta edibile, ricca di proprietà nutritive, e viene utilizzata in moltissime ricette tradizionali in tutta Italia e nel mondo.

I nomi regionali della portulaca in Italia

Questa pianta è conosciuta con nomi diversi a seconda della zona:

  • Erba porcellana (nome generico)
  • Erba grassa in Lombardia
  • Barzellana in Sardegna
  • Porcacchia in Lazio e Marche
  • Precacchia in Abruzzo
  • Chiaccunella, pucchiacchèlla o purchiacchèlla in Campania
  • Purselana in Liguria
  • Andraca o purchiacchia in Calabria
  • Perchiazza o sportellecchia in Toscana
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Attenzione: non tutte le portulache sono commestibili

È importante non confondere la portulaca edibile con quella ornamentale:

  • Portulaca oleracea (selvatica): edibile, foglie carnose di colore verde chiaro, fusti ramificati che crescono orizzontalmente.
  • Portulaca ornamentale: non commestibile, presenta fiori dai colori sgargianti e viene coltivata come pianta decorativa.

Solo la portulaca selvatica o oleracea si può raccogliere e mangiare.

Portulaca: l’erba spontanea che si mangia e protegge dal malocchio (secondo Plinio)

Benefici della portulaca

Questa pianta è ricchissima di acidi grassi omega-3, vitamina C, antiossidanti e sali minerali. È anche depurativa, rinfrescante, diuretica e leggermente mucillaginosa, quindi utile per l’intestino e la digestione.

Portulaca: l’erba spontanea che si mangia e protegge dal malocchio (secondo Plinio)

🥗 Ricetta: Insalata di portulaca, menta e cetrioli

Una delle maniere più semplici e fresche per gustare la portulaca è in insalata. Ecco la mia versione estiva, leggera e profumata:

Ingredienti

  • Un mazzetto di portulaca (foglie e gambi teneri)
  • qualche fogliolina di lattuga (opzionale)
  • 1 cetriolo
  • Pomodorini rossi o colorati, a piacere

Per la vinaigrette:

  • 1 cucchiaio di succo di limone fresco
  • 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
  • Q.b. di sale

Preparazione

Lava con cura la portulaca, separando solo le parti più tenere e croccanti e affetta sottilmente il cetriolo. Metti tutto in una ciotola con i pomodorini tagliati.

In un piccolo bicchiere prepara la vinaigrette mescolando olio, limone, sale. Versa sull’insalata e mescola bene.

Servi subito per assaporare la freschezza vera dell’estate, fatta di piante dimenticate e riscoperte.

Tempo di preparazione

  • 10 minuti
  • Nessuna cottura
  • Difficoltà: facilissima

Hai mai raccolto la portulaca? Se ti capita di trovarla in giardino o in campagna, non strapparla via: è un tesoro da mettere in tavola.

Vi aspetto sulla mia pagina Facebook – Pane e Mortadella

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Di Maria
Mi chiamo Maria, amo tantissimo cucinare, sono una mamma, una nonna, e porto con me il sapere semplice e prezioso che mi è stato trasmesso dalle donne della mia famiglia. Ho sempre cucinato, raccolto erbe spontanee, preparato infusi e rimedi naturali, e ancora oggi continuo a farlo, con lo stesso rispetto e la stessa meraviglia che avevo da bambina.Questo sito nasce dal desiderio di condividere ciò che ho imparato: ricette autentiche, rimedi della tradizione, e piccoli gesti di cura che si tramandano di generazione in generazione. Ogni articolo che pubblico è frutto della mia esperienza reale, scrupolosamente confrontato con fonti affidabili e supervisionato dalla dott.ssa Maria Di Bianco, laureata con lode in Scienze dell’Alimentazione e in Tecniche Erboristiche.Non sono un medico, né un’erborista, ma una custode della memoria domestica. Quella che sa cosa fare quando un bimbo ha la tosse, quando si raccolgono le noci verdi per fare il nocino, o quando un fiore ti dice che è il momento giusto per essere raccolto.