Pasta alla genovese: a casa mia si prepara come lo faceva la mia nonna

Maria Di Maria
3 Min

Pasta alla genovese: a casa mia si prepara come lo faceva la mia nonna!

C’è chi sostiene che questo nomignolo le sia stato affibbiato nelle osterie intorno al porto di Napoli nel XV secolo, da cuochi liguri, ma è ancora da verificare se sia verosimile.

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Infondo, però, questa è solo una curiosità che se non soddisfatta, poco cambia rispetto alla bontà di questo primo, quasi paradisiaco.

Per realizzarlo, dovremo preparare un ragù corposo e saporito, profumatissimo e arricchito dalla presenza preziosa delle cipolle dorate, in abbondanza. Saranno loro a conferire un colore ambrato al nostro condimento, che non prevede, per altro, la presenza del pomodoro.

Il sugo deve cuocere a lungo, lentamente… esattamente come mi ha insegnato la mia nonna. Ora vi svelo i suoi segreti.

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Pasta alla genovese: il primo più famoso della cucina napoletana

Pasta alla genovese: la ricetta di mia nonna

Ingredienti:

  • 360 gr di ziti
  • 1.5 kg di cipolle dorate di Montoro
  • 650 gr di girello di manzo
  • 1 costa di sedano
  • 1 carota
  • olio extravergine di oliva
  • 1 ciuffetto di prezzemolo
  • 2 foglie di alloro
  • 2 bicchieri di vino bianco
  • Parmigiano a sentimento
  • sale e pepe
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Il procedimento

Iniziamo a preparare il ragù, deve cuocere per 3 ore almeno.

Tagliamo la polpa di manzo in 5 o 6 pezzi tutti delle stesse dimensioni per favorire una cottura omogenea.

Sbucciamo le cipolle e affettiamole sottilmente con la mandolina; mondiamo sedano e carota e tritiamoli finemente, poi rosoliamoli in una padella capiente con un generoso giro di olio evo.

Quando iniziano a sfrigolare, inseriamo le cipolle e lasciamo rosolare leggermente.

Ora inseriamo anche la carne, aggiungiamo l’alloro e il prezzemolo legati in un mazzetto in modo da non farli disperdere in cottura, regoliamo il pepe e adagiamo il coperchio. Lasciamo andare a fuoco bassissimo per 3 ore almeno, fino a quando tutti gli ingredienti non risulteranno tanto cotti da sfaldarsi in una sorta di crema corposa.

Non aggiungiamo acqua, sarà sufficiente quella contenuta nelle cipolle, ma rigiriamo spesso per evitare che il sugo si attacchi al fondo. Quando manca un’oretta al termine alziamo la fiamma e sfumiamo il vino in due riprese (prima un bicchiere e a distanza di mezz’ora il secondo). Lasciamo evaporare la parte alcolica, abbassiamo nuovamente la fiamma e terminiamo la cottura.

Intanto, portiamo a bollore un tegame colmo di acqua leggermente salata e a ebollizione raggiunta, tuffiamo gli ziti. Scoliamoli al dente e trasferiamoli nella pentola con il sugo e amalgamiamo per bene, poi impiattiamo e godiamoci questa delizia con parmigiano a pioggia.

Vi aspetto sulla mia pagina Facebook – Pane e Mortadella

 

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Di Maria
Mi chiamo Maria, amo tantissimo cucinare, sono una mamma, una nonna, e porto con me il sapere semplice e prezioso che mi è stato trasmesso dalle donne della mia famiglia. Ho sempre cucinato, raccolto erbe spontanee, preparato infusi e rimedi naturali, e ancora oggi continuo a farlo, con lo stesso rispetto e la stessa meraviglia che avevo da bambina.Questo sito nasce dal desiderio di condividere ciò che ho imparato: ricette autentiche, rimedi della tradizione, e piccoli gesti di cura che si tramandano di generazione in generazione. Ogni articolo che pubblico è frutto della mia esperienza reale, scrupolosamente confrontato con fonti affidabili e supervisionato dalla dott.ssa Maria Di Bianco, laureata con lode in Scienze dell’Alimentazione e in Tecniche Erboristiche.Non sono un medico, né un’erborista, ma una custode della memoria domestica. Quella che sa cosa fare quando un bimbo ha la tosse, quando si raccolgono le noci verdi per fare il nocino, o quando un fiore ti dice che è il momento giusto per essere raccolto.