Cucuzza ghiacciata: il “gelato” palermitano che dissetava i nostri nonni

Maria Di Maria
3 Min

Cucuzza ghiacciata: il “gelato” palermitano che dissetava i nostri nonni

Lo so, oggi può sembrare strano chiamarla “gelato”, ma a Palermo, molto prima delle gelaterie moderne, c’era un modo semplicissimo e geniale per combattere la calura estiva: la cucuzza ghiacciata.

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La cucuzza lunga, quella dei tenerumi – conosciuta anche come cucuzza serpente – veniva lessata, raffreddata, e servita ghiacciata per strada, come fosse una granita naturale, povera, ma incredibilmente rinfrescante. È uno di quei piatti che raccontano la storia di una città e l’ingegno delle famiglie più umili, che con poco sapevano rinfrescarsi nelle giornate più torride.

Cucuzza ghiacciata

Una tradizione che sa di vicoli e di infanzia

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Un tempo, quando i frigoriferi non esistevano e il caldo in città era insopportabile, i palermitani dormivano sul pavimento per trovare un po’ di sollievo. I più fortunati si rifugiavano nelle ville della Piana dei Colli, ma chi restava in città aveva un solo rimedio: il coppo di cucuzza ghiacciata.

I cucuzzari erano ovunque nel centro storico, con i loro banchetti e le cassette piene di ghiaccio. Un lavoro che si è tramandato per generazioni, simbolo autentico dello street food siciliano.

Cos’è davvero la cucuzza ghiacciata?

Un piatto povero, freschissimo, quasi disarmante nella sua semplicità. Si prepara con:

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  • Cucuzza longa (la lunga zucchina verde chiaro, quella dei tenerumi)
  • Acqua, limone e sale

Una volta bollita, si lascia raffreddare bene, poi si pela, si taglia a tocchetti e si conserva in frigorifero o nel freezer finché non diventa freddissima. Si serve in un foglio di carta oleata per alimenti, con una spruzzata di limone e una generosa manciata di sale. Il limone, va detto, è un’aggiunta più moderna: un tocco in più che però ci sta davvero bene.

Cucuzza ghiacciata: il “gelato” palermitano che dissetava i nostri nonni

La mia ricetta

Io la preparo così:

Lavo la cucuzza lunga, la spunto e la taglio in due nel senso della lunghezza. Poi la riduco a tocchetti di dimensione simile, così cuociono uniformemente. Porto a bollore una pentola d’acqua, salo leggermente e ci tuffo dentro la verdura. La lascio cuocere finché non diventa bella morbida.

La scolo e la passo sotto l’acqua fredda. Una volta intiepidita, rimuovo delicatamente la buccia, metto i pezzi su un vassoio e li lascio in frigorifero (oppure qualche minuto in freezer) finché non diventano freddissimi.

Al momento di servire, li sistemo su un piatto da portata, con abbondante succo di limone e sale.

Per chi ama le tradizioni autentiche, la cucuzza ghiacciata non è solo cibo: è racconto, è strada, è estate. È un gesto semplice che rinfrescava il corpo e l’anima con pochissimo.

Tempo di preparazione: 10 minuti
Cottura: 15–20 minuti
Porzioni: per 4 persone

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Di Maria
Mi chiamo Maria, amo tantissimo cucinare, sono una mamma, una nonna, e porto con me il sapere semplice e prezioso che mi è stato trasmesso dalle donne della mia famiglia. Ho sempre cucinato, raccolto erbe spontanee, preparato infusi e rimedi naturali, e ancora oggi continuo a farlo, con lo stesso rispetto e la stessa meraviglia che avevo da bambina.Questo sito nasce dal desiderio di condividere ciò che ho imparato: ricette autentiche, rimedi della tradizione, e piccoli gesti di cura che si tramandano di generazione in generazione. Ogni articolo che pubblico è frutto della mia esperienza reale, scrupolosamente confrontato con fonti affidabili e supervisionato dalla dott.ssa Maria Di Bianco, laureata con lode in Scienze dell’Alimentazione e in Tecniche Erboristiche.Non sono un medico, né un’erborista, ma una custode della memoria domestica. Quella che sa cosa fare quando un bimbo ha la tosse, quando si raccolgono le noci verdi per fare il nocino, o quando un fiore ti dice che è il momento giusto per essere raccolto.