Chiffon cake: il mio procedimento è diverso, ma la resa è perfetta!

Maria Di Maria
4 Min

Chiffon cake: il procedimento diverso per una resa perfetta!

Ho provato varie ricette, poi ho voluto realizzarne una dove cambiavo qualche passaggio per valutarne la resa.

Facendola in questo modo ha soddisfatto a pieno quello che erano le mie aspettative.

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Come tutte sappiamo per questo dolce occorre l’apposito stampo a ciambella con fondo removibile e con 3 piedini sulla parte superiore.

È interamente realizzato in alluminio. Non va imburrato per nessun motivo al mondo; infatti, una volta sfornata la chiffon cake va immediatamente capovolta e appoggiata sui piedini in modo da fissare l’alta lievitazione. Se ungiamo lo stampo la torta scivola a terra, vanificando tutto.

Per quanto riguarda l’impasto, monto gli albumi a neve meringata con metà dello zucchero. Idem coi tuorli, ma diversamente dall’originale, ho deciso di unire l’olio e l’acqua, ( quest’ultima solo 50 gr e non 200 gr come la classica), non nei tuorli ma alternandoli alla farina setacciata coi lieviti, in questo modo il composto rimane gonfissimo.

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Quando il dolce si è raffreddato del tutto, e mai prima, lo sforno facendo affidamento al fondo removibile e nel caso occorra passo la lama di un coltello intorno al dolce per facilitarne il distacco.

Una volta pronto, lo servo tale e quale, oppure lo guarnisco con glasse al cioccolato, panna, crema pasticcera, frutta fresca, insomma, dipende dalla ricorrenza.

Se vi va provate questo procedimento e fatemi sapere!

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Chiffon cake: il procedimento diverso per una resa perfetta!

Per questa ricetta procuriamoci questi ingredienti:

  • 6 uova
  • 300 g di farina
  • 300 g di zucchero semolato
  • 55 g di acqua
  • 120 g di olio di semi
  • 16 g di lievito per dolci
  • 8 g di cremor tartaro
  • la buccia grattugiata di un limone
  • 1 pizzico di sale
  • zucchero a velo per guarnire

Preriscaldiamo il forno modalità ventilata a 160° e teniamo a portata di mano il nostro stampo per chiffon cake (26 cm), senza imburrarlo.

Rompiamo le uova separando tuorli e albumi in due ciotole diverse. Grattugiamo la scorza di un limone (biologico, ovviamente) sui rossi, uniamo anche il sale e metà dello zucchero e iniziamo a lavorare il tutto con lo sbattitore elettrico per ottenere un composto triplicato nel suo volume.

Ora dedichiamoci ai bianchi. Iniziamo a montate e aggiungiamo lo zucchero rimasto poco per volta e montiamo le chiare a neve con le fruste elettriche (pulite, basta sciacquarle sotto la rubinetto e asciugarle al volo). Quando risultano ben spumose e meringate, con movimenti delicati dal basso all’alto, inseriamole nella terrina con i tuorli lavorati.

A questo punto aggiungiamo la farina, il lievito e il cremor tartaro setacciati e poco per volta e con movimenti dal basso verso l’alto. Allo stesso tempo uniamo l’olio e l’acqua poco alla volta. Uniamo questi ingredienti alternandoli e lentamente fino a terminarli. Per incorporarli usiamo una marisa. Qui dobbiamo armarci di pazienza.

Una volta ultimato l’impasto lo trasferiamo nello stampo. Portiamo in forno ventilato a 160° (170° statico). Lasciamo cuocere per 1 ora circa.

Sforniamolo, capovolgiamolo lo stampo e lasciamo raffreddare a testa in giù. Quando sarà completamente freddo se non si è già staccato aiutiamoci passando un coltello sui bordi, tra lo stampo e il dolce, e poi diamo una piccola spinta al fondo removibile.

Ora non ci resta che scegliere come guarnirla, se semplicemente con dello zucchero a velo o come più ci piace!

Vi aspetto sulla mia pagina Facebook – Pane e Mortadella

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Di Maria
Mi chiamo Maria, amo tantissimo cucinare, sono una mamma, una nonna, e porto con me il sapere semplice e prezioso che mi è stato trasmesso dalle donne della mia famiglia. Ho sempre cucinato, raccolto erbe spontanee, preparato infusi e rimedi naturali, e ancora oggi continuo a farlo, con lo stesso rispetto e la stessa meraviglia che avevo da bambina.Questo sito nasce dal desiderio di condividere ciò che ho imparato: ricette autentiche, rimedi della tradizione, e piccoli gesti di cura che si tramandano di generazione in generazione. Ogni articolo che pubblico è frutto della mia esperienza reale, scrupolosamente confrontato con fonti affidabili e supervisionato dalla dott.ssa Maria Di Bianco, laureata con lode in Scienze dell’Alimentazione e in Tecniche Erboristiche.Non sono un medico, né un’erborista, ma una custode della memoria domestica. Quella che sa cosa fare quando un bimbo ha la tosse, quando si raccolgono le noci verdi per fare il nocino, o quando un fiore ti dice che è il momento giusto per essere raccolto.