Cazzilli palermitani: la ricetta autentica delle crocchette siciliane senza uova né farina

Maria Di Maria
4 Min

Cazzilli palermitani: la ricetta autentica delle crocchette siciliane senza uova né farina

I cazzilli palermitani, conosciuti anche come crocchette di patate siciliane, sono uno street food tipico della città di Palermo, apprezzato per la sua semplicità e il sapore autentico. Si preparano con pochissimi ingredienti, senza uova né farina, e devono la loro bontà all’uso di patate a pasta farinosa, che garantiscono la giusta consistenza all’impasto.

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Queste crocchette dalla forma allungata e dal nome curioso sono spesso servite calde, appena fritte, da sole oppure accompagnate alle panelle, nel classico panino con panelle e cazzilli. Croccanti fuori, morbide e saporite dentro: sono un simbolo della cucina di strada siciliana che conquista tutti al primo morso.

Cazzilli palermitani: la ricetta autentica delle crocchette siciliane senza uova né farina

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Ingredienti per 25–30 cazzilli

  • 1 kg di patate farinose
  • 1 ciuffo abbondante di prezzemolo fresco
  • Sale e pepe q.b.
  • Olio extravergine di oliva q.b. (per ungere le mani)
  • Olio di semi di arachidi (per friggere)

Come si preparano i cazzilli palermitani

Per ottenere dei cazzilli perfetti è fondamentale scegliere patate a pasta bianca, farinose e asciutte. Quelle troppo acquose renderebbero l’impasto molle e difficile da lavorare.

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Lava accuratamente le patate e falle bollire intere, con la buccia, in abbondante acqua leggermente salata. Cuocile per circa 40 minuti, fino a quando risulteranno morbide e facilmente perforabili con una forchetta.

Scolale, pelale ancora calde e passale subito con lo schiacciapatate o con il passaverdura, in modo da ottenere una purea fine e asciutta. Aggiusta di sale e pepe, unisci il prezzemolo tritato finemente e mescola bene con un cucchiaio di legno per amalgamare tutto.

A questo punto ungi leggermente le mani con un filo di olio extravergine e preleva una noce di impasto. Forma delle crocchette lunghe e strette, simili a un dito. Disponile man mano su un vassoio foderato con carta forno.

Una volta pronti tutti i cazzilli, scalda abbondante olio di semi di arachidi in una padella profonda. Quando l’olio è ben caldo (circa 170–180°C), friggi pochi pezzi alla volta fino a doratura completa, girandoli delicatamente per una cottura uniforme.

Scola i cazzilli su carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso e servili subito, ben caldi e croccanti.

Consigli per un risultato perfetto

  • Non aggiungere uova o farina: la consistenza giusta si ottiene solo con patate farinose e una buona asciugatura della purea.

  • Se l’impasto dovesse risultare troppo morbido, lascia riposare i cazzilli formati in frigorifero per 30 minuti prima di friggerli.

  • Per una versione più ricca, puoi aggiungere un pizzico di aglio tritato o menta fresca, come vuole la tradizione di alcune famiglie siciliane.

Quando si servono i cazzilli

I cazzilli palermitani sono perfetti per aperitivi rustici, buffet, antipasti o come contorno sfizioso. A Palermo si gustano spesso per strada, dentro una morbida mafalda con semi di sesamo, insieme alle panelle.

Tempi

  • Tempo di preparazione: 50 minuti
  • Tempo di cottura: 40 minuti
  • Tempo totale: circa 1 ora e mezza

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Di Maria
Mi chiamo Maria, amo tantissimo cucinare, sono una mamma, una nonna, e porto con me il sapere semplice e prezioso che mi è stato trasmesso dalle donne della mia famiglia. Ho sempre cucinato, raccolto erbe spontanee, preparato infusi e rimedi naturali, e ancora oggi continuo a farlo, con lo stesso rispetto e la stessa meraviglia che avevo da bambina.Questo sito nasce dal desiderio di condividere ciò che ho imparato: ricette autentiche, rimedi della tradizione, e piccoli gesti di cura che si tramandano di generazione in generazione. Ogni articolo che pubblico è frutto della mia esperienza reale, scrupolosamente confrontato con fonti affidabili e supervisionato dalla dott.ssa Maria Di Bianco, laureata con lode in Scienze dell’Alimentazione e in Tecniche Erboristiche.Non sono un medico, né un’erborista, ma una custode della memoria domestica. Quella che sa cosa fare quando un bimbo ha la tosse, quando si raccolgono le noci verdi per fare il nocino, o quando un fiore ti dice che è il momento giusto per essere raccolto.