Casatiello dolce Napoletano: la ricetta della mia Nonna sa di tradizione e festa!

Maria Di Maria
4 Min

Casatiello dolce Napoletano: la ricetta della mia Nonna sa di tradizione e festa!

Il casatiello dolce è una delle ricette a cui sono più affezionata. È un dolce della tradizione napoletana che non manca mai sulla tavola di Pasqua, almeno a casa mia. Profumato, alto, decorato con glassa e confettini colorati… per me è un vero abbraccio della tradizione, di quelli che sanno di nonna, di pazienza e di festa.

Ti avverto: è una ricetta lunga, perché l’impasto ha bisogno di tempo per lievitare bene, ma ne vale assolutamente la pena.

Casatiello dolce Napoletano: la ricetta della mia Nonna sa di tradizione e festa!

Casatiello dolce Napoletano: la ricetta della mia Nonna sa di tradizione e festa!

Ingredienti

Per l’impasto:

  • 750 gr di farina 00
  • 250 gr Manitoba
  • 490 gr di zucchero
  • 10 uova (freschissime)
  • 150 gr di sugna (oppure burro morbido, se preferisci)
  • 14 g di lievito di birra fresco
  • 20 ml di liquore Strega
  • 1 cucchiaio di essenza millefiori
  • Buccia grattugiata di 1 limone (non trattato)
  • 1 pizzico di sale

Per la copertura:

  • 50 gr di albumi (quelli pastorizzati, tetrapak supermercato)
  • 110 g di zucchero a velo
  • 1 cucchiaino di succo di limone
  • Confettini colorati (io uso quelli classici, rotondi)

Come lo preparo

1. Preparo il lievitino

Per prima cosa sciolgo il lievito di birra in pochissima acqua tiepida (circa 2-3 cucchiai), con un pizzico di zucchero poi aggiungo 60 gr di farina 00 presi dal totale e formo un panetto liscio. Lascio riposare, coperto da pellicola trasparente, per circa un’oretta (finché non raddoppia di volume).

2. Lavoro l’impasto

In una grande ciotola (io uso quella in cui impastava mia madre), lavoro le uova, lo zucchero la buccia di 1 limone grattugiata e l’aroma mille fiori, quando ottengo un composto spumoso, verso le due farine setacciate poco alla volta.

Ora unisco anche la sugna morbida (oppure il burro), il liquore Strega e il lievitino. Impasto con le mani per una decina di minuti.

Se hai la planetaria, puoi usarla con il gancio a spirale, ma io ti dico la verità: la soddisfazione di impastare a mano, in questo caso, è impagabile.

3. La lievitazione (con pazienza!)

Quando l’impasto è liscio e ben amalgamato, lo trasferisco nello stampo da casatiello di cm 30 (quello alto con il buco centrale, tipo da babà grande), ben unto con un po’ di sugna o burro.

Lo copro con un canovaccio pulito e lo metto a lievitare in un luogo caldo e al riparo da correnti d’aria. Io uso il forno spento con la luce accesa. Ci vogliono anche 10-12 ore, quindi di solito impasto la sera per cuocerlo la mattina seguente.

L’impasto deve raddoppiare, quasi arrivare al bordo dello stampo.

4. La cottura

Quando l’impasto è ben lievitato, lo cuocio in forno statico preriscaldato a 180°C per circa 1 ora. Dopo i primi 40 minuti copro leggermente la superficie con un foglio di alluminio, per evitare che si scurisca troppo.

Prima di sfornarlo faccio sempre la prova stecchino e una volta cotto, lo lascio raffreddare completamente nello stampo, poi lo sformo delicatamente.

La glassa e la decorazione

In una ciotolina monto gli albumi con lo zucchero a velo e il succo di limone. Deve venire una glassa bianca, liscia e densa. La spalmo sul casatiello ormai freddo, lasciando che coli un po’ sui bordi.

E per finire, pioggia di confettini colorati, senza esagerare, ma abbastanza da farlo sembrare una vera festa.

Vi aspetto sulla mia pagina Facebook – Pane e Mortadella

Condividi questo articolo
Di Maria
Mi chiamo Maria, amo tantissimo cucinare, sono una mamma, una nonna, e porto con me il sapere semplice e prezioso che mi è stato trasmesso dalle donne della mia famiglia. Ho sempre cucinato, raccolto erbe spontanee, preparato infusi e rimedi naturali, e ancora oggi continuo a farlo, con lo stesso rispetto e la stessa meraviglia che avevo da bambina.Questo sito nasce dal desiderio di condividere ciò che ho imparato: ricette autentiche, rimedi della tradizione, e piccoli gesti di cura che si tramandano di generazione in generazione. Ogni articolo che pubblico è frutto della mia esperienza reale, scrupolosamente confrontato con fonti affidabili e supervisionato dalla dott.ssa Maria Di Bianco, laureata con lode in Scienze dell’Alimentazione e in Tecniche Erboristiche.Non sono un medico, né un’erborista, ma una custode della memoria domestica. Quella che sa cosa fare quando un bimbo ha la tosse, quando si raccolgono le noci verdi per fare il nocino, o quando un fiore ti dice che è il momento giusto per essere raccolto.