Achillea millefoglie: la pianta che curava le ferite di Achille, oggi alleata di pelle e stomaco

Dott.ssa Maria Di Bianco Di Dott.ssa Maria Di Bianco
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Achillea millefolium. Inflorescence of yarrow in the North of Siberia

Achillea millefoglie: la pianta che curava le ferite di Achille, oggi alleata di pelle e stomaco

L’achillea è una pianta conosciuta e utilizzata fin dall’antichità.

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Il suo nome si lega ad Achille, l’eroe greco invincibile, figlio della dea Teti, che – secondo la leggenda – la impiegava per curare le ferite dei compagni in battaglia. Le sue proprietà cicatrizzanti erano già allora ben note, tanto da essere tramandate fino ai giorni nostri.

Ma l’achillea non è soltanto memoria storica: la scienza moderna ha confermato molti dei benefici attribuiti a questa pianta straordinaria.

Scopriamoli insieme.

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Achillea: proprietà benefiche

L’Achillea millefolium possiede un fitocomplesso ricchissimo, che le conferisce proprietà antinfiammatorie, analgesiche, digestive, cicatrizzanti, rilassanti e decongestionanti.

Ecco i suoi principali benefici:

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  • Flavonoidi e polifenoli stimolano il sistema immunitario e proteggono dall’infiammazione;
  • L’acido salicilico agisce come analgesico naturale, alleviando dolori e infiammazioni;
  • È un miorilassante: aiuta in caso di dolori mestruali rilassando la muscolatura liscia dell’utero;
  • Favorisce il sonno se assunta come infuso serale;
  • È un ottimo rimedio contro crampi addominali, digestione lenta e gonfiori;
  • Svolge un’azione cicatrizzante su ferite, escoriazioni e acne;
  • Calma le dermatiti, attenua gli arrossamenti cutanei nei bambini e dona sollievo da punture di insetti come vespe o zanzare.

Grazie a questa versatilità, viene impiegata sia per uso interno che esterno.

Come riconoscere l’achillea

L’Achillea millefolium è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae, diffusa in Europa, Asia e Nord America.

Cresce spontanea fino a 2300 metri d’altitudine, nei prati, lungo i sentieri, nei campi incolti e ai margini dei boschi.

È alta al massimo 60 cm, ha foglie strette, lanceolate e molto frastagliate, ricche di peli sottili che sprigionano un aroma simile alla camomilla se strofinate. I fiori, riuniti in capolini bianchi o rosa, sbocciano in luglio e sono disposti a ombrella.

Resiste bene alla siccità e al freddo, cresce su ogni tipo di terreno (acido o basico), purché ben drenato, e si adatta sia al pieno sole che alla mezz’ombra.

Achillea in cucina

Tutta la pianta è edibile, anche se il suo gusto può risultare amarognolo.

  • Le foglie si usano per minestre, frittate, insalate o torte salate.
  • I fiori, più delicati, si possono aggiungere all’impasto di biscotti, crostate e perfino per preparare un liquore aromatico.
  • Gli infusi sono utili per migliorare la digestione o come tonici cutanei: basta versare 30 g di fiori in 1 litro d’acqua bollente e lasciar riposare 10 minuti.

Oleolito di achillea: come si prepara

Per uso esterno, l’achillea può essere trasformata in un oleolito lenitivo, utile su pelle irritata, ferite, punture, acne o anche come base per creme antirughe.

Il procedimento è semplice:

  1. Raccogli i fiori in piena fioritura e lasciali appassire all’ombra per una notte.
  2. Sistemali in un barattolo sterile, riempiendolo senza schiacciarli troppo.
  3. Coprili con un olio vegetale a tua scelta (oliva, mandorle, riso…).
  4. Chiudi il barattolo e esponilo al sole per 20–30 giorni, scuotendolo ogni tanto.
  5. Trascorso il tempo, filtra e conserva l’oleolito in bottigliette di vetro scuro.

L’odore è intenso, ma l’efficacia è garantita.

Controindicazioni dell’achillea

Nonostante i numerosi benefici, l’achillea non è adatta a tutti e va usata con buon senso.

  • Può causare reazioni allergiche, soprattutto in soggetti sensibili alle Asteraceae (es. camomilla, arnica, calendula).
  • È sconsigliata in gravidanza e durante l’allattamento, perché può interferire con la muscolatura uterina.
  • Non va assunta in caso di trattamenti con anticoagulanti o se si è in cura con farmaci per l’ipertensione, poiché può interagire con la coagulazione del sangue.
  • Un uso eccessivo può provocare nausea, vertigini, mal di testa o fotosensibilizzazione cutanea.

Come sempre, prima di usare piante officinali per scopi curativi, è bene chiedere consiglio al proprio medico o a un erborista qualificato.

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Dott.ssa Maria Di Bianco Classe ’91, laureata con lode in Tecniche Erboristiche presso l’Università degli Studi di Salerno e specializzata in Scienze dell’Alimentazione e della Nutrizione Umana presso la Seconda Università di Napoli. Da anni collaboro con il sito “Pane e Mortadella” per la creazione e revisione scientifica dei contenuti legati alla fitoterapia, alla nutrizione e alla medicina naturale. Credo nella sinergia tra la conoscenza scientifica moderna e la saggezza delle tradizioni familiari.