Gli Spaghetti alla Gennaro sono saliti agli onori della cronaca perché amatissimi da Totò, al secolo Antonio De Curtis. È stata la figlia Liliana a dichiararlo con tanto di ricetta dettagliata, secondo le dosi e le preferenze apportate dal famosissimo padre.
Ma la loro storia, in verità, è legata al Santo Protettore di Napoli.
Le regole da seguire
Gli spaghetti alla Gennaro sono velocissimi da realizzare. 20 minuti appena per servire un piatto semplice, ma ricco di gusto. È richiesta un’unica accortezza: quella di non eccedere con gli aromi, altrimenti si rischia di renderlo poco digeribile.
Nella ricetta, compare il pane raffermo che va onorato sempre, sprecato mai. E con quest’offerta ideale, con un alimento quasi (ma proprio quasi) quaresimale, la benedizione del Santo è accordata.
A lui sono dedicate tante golosità: biscotti morbidi al limone con un cuore di marmellata di ciliegia, la tarteletta alla vaniglia con una base di pasta sablée e un ripieno di ricotta agrumata, la torta Gennarina con albicocche candite. Ma questo piatto, forse l’unico salato, parrebbe quasi da penitenza per gli ingredienti di recupero. I napoletani, però, che conoscono i segreti della buona tavola sono riusciti con poco a creare un vero e proprio capolavoro di gusto.
San Gennaro e Napoli
Patrono protettore per eccellenza della città di Napoli, qui nacque secondo la tradizione nella seconda metà del III secolo.
San Gennaro venne nominato vescovo di Benevento sotto Diocleziano, ma erano i tempi della persecuzione dei cristiani!
Quando scoprì che il suo amico Sosso o Sossio, diacono di Miseno, era stato imprigionato, perorò la sua liberazione, ma fu a sua volta catturato e incarcerato con i suo compagni di sventura, Eutiche e Acuzio. Condannati a morte, furono decapitati il 19 settembre del 305.
Eusebia, una pia donna, raccolse in due ampolline il sangue del martire e lo conservò con venerazione, per poi consegnarle al vescovo.
Il suo culto fu subito vissuto intensamente dagli abitanti del suo territorio.
Meta di continui pellegrinaggi, la sua tomba divenne il luogo prediletto in cui recarsi per rendergli grazie dei tanti prodigi.
Primi tra tutti, accorsero a tributargli i dovuti onori gli scampati all’eruzione del Vesuvio nel 472.
Considerato Santo fin da subito, venne ufficialmente canonizzato da papa Sisto V nel 1586.
Il primo miracolo della liquefazione del sangue, raccolto nelle ampolline da Eusebia, risale al 17 agosto 1389, o almeno il primo documentato, perché non è da escludersi che fosse già avvenuto in precedenza.
Da allora il fenomeno si ripete 3 volte all’anno: il sabato precedente la prima domenica di maggio, in occasione della traslazione del suo corpo da Pozzuoli a Napoli, il 19 settembre, ricorrenza della sua decapitazione (in questa occasione nella Chiesa a lui dedicata, vicino alla Solfatara, la pietra su cui pose la sua testa diventa anch’essa rossa) e il 16 dicembre, in ricordo della tremenda eruzione del Vesuvio nel 1631, bloccata dopo le invocazioni al santo.
La storia recentissima degli spaghetti alla Gennaro
Vista la fede profonda e sincera dei napoletani per San Gennaro, i piatti a lui dedicati sono moltissimi, come già specificato. Tra questi figurano proprio i nostri spaghetti, sconosciuti ai più fino al momento in cui Totò, il principe della risata, non li rese noti al grande pubblico.
Cuoco e buongustaio, in una scena di “Miseria e nobiltà” immerge le sue mani nella pentola degli spaghetti. E pare che quelli alla Gennaro fossero proprio i suoi preferiti. Così narra sua figlia Liliana nel libro da lei curato “Fegato qua, fegato là, fegato fritto e baccalà”, redatto a quattro mani con la giornalista Matilde Amorosi nel 2000: è tra queste pagine che svela i menù prediletti nella famiglia De Curtis.
E c’è da crederle, se una delle frasi più note del suo immenso padre era:
“Si dice che l’appetito viene mangiando, ma secondo me viene di più a stare digiuni” (Totò).
I tempi
Preparazione: 10 Min
Cottura: 8 Min
Totale: 18 minuti
Gli ingredienti degli spaghetti alla Gennaro
I cardini di questa ricetta sono:
- Aglio: solo 2 spicchi, uno da sfregare sul pane, l’altro da soffriggere in padella.
- Alici sott’olio: da scegliersi di elevata qualità.
- Origano: che piaccia o no, in questo primo fa la differenza ed esalta gli aromi.
- Pane raffermo: non manca mai nelle case degli italiani.
Ora vediamo le quantità nel dettaglio:
- 360 g di spaghetti
- 3/4 fette di pane raffermo
- 5 alici
- 2 spicchi di aglio
- un rametto di origano fresco
- olio extravergine d’oliva
- sale
La preparazione
Mettiamo a bollire un tegame capiente colmo di acqua leggermente salata.
Mentre prepareremo il condimento, potremo così cuocere la pasta senza perdere tempo. Questa ricetta è rinomata, infatti, per la sua semplicità e per la sua velocità.
Strofiniamo le fette di pane con uno spicchio di aglio per farle insaporire, quindi sbricioliamole sul tagliere grossolanamente.
Ora facciamo imbiondire l’altro spicchio in camicia in una padella antiaderente, con un generoso giro di olio. Tostiamo il pane fino a quando non risulta ben dorato.
Facciamo un giro d’olio in un’altra padella, aggiungiamo le alici e facciamo scioglierle, aromatizziamo con un pizzichino di origano secco.
Tuffiamo gli spaghetti, preleviamoli con l’apposito arnese qualche minuto prima della cottura indicata sulla confezione, poi uniamoli nella padella dove abbiamo sciolto le alici e amalgamiamo con cura il condimento, aggiungendo un po’ di acqua di cottura. Dopodiché spolveriamo con il pane croccante e serviamo.
Prepariamoci a godere di un tripudio di profumi e sapori inimmaginabili!
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