Parietaria: proprietà, benefici e usi di questa erba infestante!

Dott. Maria Di Bianco Di Dott. Maria Di Bianco
5 Min
Mortadella sandwich

La parietaria è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Urticacaea.

È considerata infestante a causa delle sue radici ramificate e profonde, che si estendono nel terreno.

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Scopriamo insieme quali altri benefici ci regala questa pianta.

Parietaria: proprietà e usi

Parietaria: proprietà

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Le parti aeree della parietaria, nello specifico le foglie, sono ricche di micronutrienti come calcio, potassio, zolfo, acido glicolico, glicerico e tannico, mucillagini, flavonoidi e tannini, nonché principi amari, quindi eupeptici e digestivi.

Per queste ragioni, risulta utilissima per il nostro benessere.

Le sue principali proprietà sono:

  • diuretiche, perfetta per curare calcoli renali, cistiti e infezioni alle vie urinarie,
  • antinfiammatorie della vescica e dei reni,
  • depurative dell’intero organismo,
  • antireumatiche,
  • sudorifere ed espettoranti.
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Queste se utilizzata per via interna. Per uso topico, risulta interessante grazie alle qualità emollienti e lenitive delle mucillagini, che permettono di accelerare la cicatrizzazione di ferite, ustioni, abrasioni.

Si raccoglie da primavera ad autunno inoltrato, il suo periodo balsamico è molto lungo. Per farlo, è necessario procedere con un taglio netto alcuni centimetri sopra la base, per non estirpare le radici e permettere nuove spunte. Va fatta essiccare all’ombra in mazzetti.

Ecco tutti gli utilizzi possibili, ma non per tutti.

La parietaria è sconsigliata in caso di allergie specifiche e in febbre da fieno.

Come riconoscere la parietaria

La parietaria si presenta con fusti alti 30/50 centimetri, rossastri e ricoperti da una leggera peluria. Le foglie ovali si distinguono per una doppia colorazione, più scura e lucente la pagina superiore, chiara e pelosa quella inferiore.

Per essere certe di avere di fronte proprio quest’erba officinale, non dobbiamo fare altro che staccare una foglia e appoggiarla sulla nostra maglietta o sui pantaloni. Se rimane appiccicata, allora è proprio lei. Inoltre, sotto l’ascella, nel periodo della fioritura, potremmo notare piccoli glomeruli verdastri.

Cresce in tutto il nostro territorio nazionale spontaneamente, tra le fessure delle pareti (il suo nome deriva, infatti dal latino “paries”) muro per l’appunto, o tra le rocce, su terreni aridi.

È molto preziosa per la nostra salute.

Gli usi

Le foglie di parietaria possono essere utilizzate fresche in cucina per la preparazione di minestre, zuppe, frittate o insalate. Ma è il loro impiego fitoterapico che ci regala i maggiori benefici.

Possiamo preparare un infuso con le foglie fresche. Ne servono circa 40/60 grammi per ogni litro di acqua bollente. Lasciamole riposare per mezz’ora, filtriamo e assumiamo 5 tazze al giorno circa.

Con 15 g di foglie secche e 60 ml di alcool a 60° (grappa) possiamo preparare una tintura madre. Lasciamole macerare in un vasetto di vetro per una decina di giorni. Coliamole e trasferiamo il liquido in una boccettina scura in vetro. Assumiamone circa 40 gocce al giorno, diluite in acqua.

Entrambe le preparazioni possono ovviare a ritenzione idrica, cellulite, reumatismi, coliche renali, calcoli, febbre alta, raffreddore, infezione alle vie respiratorie.

Questo per quanto riguarda gli usi interni.

Per impacchi topici possiamo servici di un cataplasma da realizzare con le foglie fresche ridotte in poltiglia e poi stese sulle aree dolenti e lasciare in posa per una buona mezz’ora, oppure di un decotto. In questo caso serviranno 50 g di foglie secche, sminuzzate da bollire in 1 litro di acqua per una decina di minuti circa. Trascorso il tempo indicato, togliamo dal fornello e facciamo intiepidire, poi utilizziamo il liquido per lavaggi o bendaggi.

Queste medicazioni sono utili per ovviare a dermatiti, ferite, ustioni, screpolature, infiammazioni cutanee.

Curiosità

Anticamente, veniva utilizzata soprattutto per la sua proprietà detergente sul vetro, tanto che il medico Galeno la riporta tra le erbe più apprezzate a questo scopo nei suoi testi. Viene anche chiamata, “erba vetraiola”, proprio per questo motivo. Possiamo provare a strofinare le sue foglie per lavare le bottiglie come facevano le nostre nonne e ci accorgeremo del loro potere pulente.

È considerata anche un insettifugo agricolo: se sparsa sulle fascine di grano, tiene lontani i parassiti.

Le sue virtù officinali sono note fin dal 1.700, quando inizia la sua fama per le qualità diuretiche. Ma non sono le sole presenti nel fitocomplesso.

N.B: Prima di assumere qualsiasi rimedio naturale è sempre bene rivolgersi al proprio medico di fiducia.

Per tutte le informazioni su come essiccare le erbe basterà cliccare QUI

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Classe '91. Laureata con lode in Tecniche Erboristiche presso L'Università degli Studi di Salerno e specializzata in Scienze dell'Alimenti e della nutrizione Umana presso la Seconda Università di Napoli.