Mai cucinare così il riso se sei a dieta: il trucco che abbassa l’indice glicemico

Dott.ssa Maria Di Bianco Di Dott.ssa Maria Di Bianco
4 Min

Mai cucinare così il riso se sei a dieta: il trucco che abbassa l’indice glicemico

Articolo a cura della Dott.ssa Maria Di Bianco
Laureata in Scienze dell’Alimentazione e in Tecniche Erboristiche

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Sapevi che basta un piccolo cambiamento nel modo in cui cuoci e conservi il riso per ridurre il suo impatto sulla glicemia? Non è una trovata da social, ma un metodo scientificamente studiato che potrebbe davvero fare la differenza, soprattutto per chi segue una dieta o soffre di insulino-resistenza.

In questo articolo ti spiego in modo semplice come abbassare l’indice glicemico del riso, perché funziona davvero e quali accorgimenti seguire.

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Mai cucinare così il riso se sei a dieta: il trucco che abbassa l’indice glicemico

🔬 Cos’è l’indice glicemico e perché è importante

L’indice glicemico (IG) misura quanto un alimento ricco di carboidrati innalza la glicemia nel sangue dopo il pasto. Più è alto, più velocemente si alza la glicemia, e questo può portare:

  • A un aumento dell’insulina
  • A picchi glicemici seguiti da cali improvvisi (che generano fame)
  • A difficoltà nel controllo del peso e nei soggetti con diabete
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Il riso ha generalmente un IG medio-alto, soprattutto se bianco e ben cotto.

 Il trucco scientifico: cuocere, raffreddare, riscaldare

Il metodo è semplice:

  1. Cuoci il riso normalmente (preferibilmente parboiled o integrale)
  2. Lascialo raffreddare completamente in frigorifero per almeno 12 ore
  3. Consumalo freddo o riscaldalo brevemente (es. in padella con un filo d’olio o al vapore)

✅ Perché funziona?

Il raffreddamento modifica l’amido contenuto nel riso: parte di esso si trasforma in amido resistente, una forma che:

  • Viene assorbita più lentamente dall’intestino
  • Rallenta la digestione e il rilascio di glucosio
  • Nutre positivamente la flora intestinale

Questa trasformazione è stata studiata e confermata da diversi enti e riviste scientifiche, come:

🔗 Food Chemistry (2015): uno studio ha dimostrato che il raffreddamento del riso cotto per 12 ore può abbassare l’indice glicemico fino al 50% rispetto a quello appena cotto.
🔗 Journal of Food Science and Technology (2017): ha analizzato l’effetto di refrigerazione e riscaldamento sull’amido del riso, confermando l’aumento dell’amido resistente.
🔗 MyPersonalTrainer e AlimentiNutrizione.it: confermano la validità di questo approccio nella pratica quotidiana.

🍽️ Come applicarlo nella tua cucina

Puoi usare questo trucco in tantissime ricette:

  • Insalate di riso fredde: piatto perfetto d’estate
  • Riso saltato in padella: come in molte preparazioni asiatiche
  • Timballetti o frittelle di riso: usi il riso già cotto e raffreddato, senza sprechi

Ricorda: non devi cambiare riso, basta organizzarsi con i tempi.

⚠️Attenzione: non è adatto a tutti

Anche se è un metodo valido, ci sono alcune controindicazioni da tenere presente:

  • Il riso va conservato correttamente in frigorifero, ben chiuso, per evitare lo sviluppo di batteri (in particolare Bacillus cereus)
  • Non è un sistema miracoloso: il carico glicemico totale dipende anche dalla quantità e dagli altri ingredienti del pasto
  • Chi ha problemi digestivi può non tollerare bene l’amido resistente, causando gonfiore o fermentazioni

Per questo motivo, ti consiglio sempre di confrontarti con un professionista (come un nutrizionista o un dietista) se hai dubbi specifici.

✅ Conclusione

Modificare un’abitudine semplice come raffreddare il riso prima di mangiarlo può avere un impatto reale sulla salute, soprattutto per chi tiene sotto controllo la glicemia o desidera dimagrire senza rinunce.

Non si tratta di rinunciare al gusto, ma di capire come funziona davvero ciò che mangiamo.

Tempi

Tempo di preparazione: 20 minuti
Tempo di raffreddamento: 12 ore in frigorifero
Tempo di riscaldamento (opzionale): 5 minuti

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Dott.ssa Maria Di Bianco Classe ’91, laureata con lode in Tecniche Erboristiche presso l’Università degli Studi di Salerno e specializzata in Scienze dell’Alimentazione e della Nutrizione Umana presso la Seconda Università di Napoli. Da anni collaboro con il sito “Pane e Mortadella” per la creazione e revisione scientifica dei contenuti legati alla fitoterapia, alla nutrizione e alla medicina naturale. Credo nella sinergia tra la conoscenza scientifica moderna e la saggezza delle tradizioni familiari.