La leggenda dei semi di cachi: una tradizione contadina

Maria Di Maria
4 Min

Ma quella delle posate nei semi dei cachi è leggenda o verità? Che dubbio amletico!

Facciamo un passo indietro e peschiamo tra i ricordi della nostra infanzia. Ormai mi conoscete e sapete bene che amo andare a ritroso nel tempo e rivedermi bambina. La mia immaginazione mi riporta esattamente là, in quella cucina che ho amato con tutta me stessa per i profumi e i sapori che cerco di fare rivivere oggi a casa mia.

Mi rivedo seduta a tavola alla fine dei nostri pasti conviviali e allegri, sul piatto il mio caco (lei lo chiamava “legnsant”). La nonna me lo apre, cerca il seme e lo divide in due. Come per magia compare, bianco su nero, il disegno di una posata. Il nonno lo scruta e, con voce sicura, emette il suo verdetto sull’inverno prossimo venturo.

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Mai una volta che sbagliasse! Aveva sempre ragione, con quella sola figura sapeva anticipare le previsioni meteo con un margine d’errore davvero minimo!

Era il nostro rito di fine estate! Questa antica tradizione contadina si rinnova ogni anno, perché con i suoi consigli appresi nel tempo, ho imparato a decifrare i messaggi che Madre Natura ci invia e vorrei tramandarli anche ai miei figli, ai miei nipoti e a voi.

Vediamoli insieme!

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La leggenda delle posate nei semi dei cachi: come si leggono le figure

Basta aprire un frutto per trovare questi piccoli chicchi di pochi centimetri di lunghezza. Sembrano irrilevanti, ma nascondono un segreto! Dividiamoli a metà e vedremo comparire sullo sfondo scuro, un’immagine chiara, nitida, di immediata interpretazione: una posata!

Un coltello, una forchetta, un cucchiaio, ognuna di queste ha un significato preciso e ci consente di predire il clima dell’inverno che verrà.

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Quella di leggere i semi di cachi è una tradizione contadina che associa:

  • al coltello, una stagione fredda e pungente,
  • alla forchetta un tempo mite,
  • al cucchiaio tanta neve da spalare.

E, lo sappiamo bene, le antiche tradizioni che affondano le radici nella cultura popolare hanno avuto modo, nei secoli, di provare la loro veridicità.

Divertiamoci allora con i nostri piccoli a cercare quelle immagini stagliarsi in ogni chicco e insegniamo loro ad apprezzare la meraviglia del creato che si riflette nei frutti che portiamo a tavola.

I miei nonni amavano moltissimo la pianta dei cachi e la coltivavano con amore.

Mi raccontavano che era relativamente recente dalle nostre parti la possibilità di assaporare i suoi frutti, perché era giunta in Italia alla fine del 1.800.

Oltre alla possibile interpretazione dei suoi semi, mi dicevano che ha ben altre 7 virtù.

  1. L’albero ha una vita lunghissima.
  2. Non viene attaccato dai parassiti.
  3. Sotto le sue fronde l’ombra si estende a dismisura.
  4. Le sue foglie si ammantano di colori davvero speciali in autunno formando una tavolozza di colori unica sia sulla chioma che, una volta cadute, su tutto il prato  (io vi facevo dei tuffi pazzeschi)
  5. Gli uccelli amano nidificare sui suoi rami.
  6. Il suo legno regala un fuoco scoppiettante.
  7. Quando il fogliame cade a terra, si trasforma in un concime straordinario.

Sarà vero? Se non lo fosse lasciatemi i miei ricordi!

Vi aspetto sulla mia pagina Facebook – Pane e Mortadella

 

 

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Di Maria
Mi chiamo Maria, amo tantissimo cucinare, sono una mamma, una nonna, e porto con me il sapere semplice e prezioso che mi è stato trasmesso dalle donne della mia famiglia. Ho sempre cucinato, raccolto erbe spontanee, preparato infusi e rimedi naturali, e ancora oggi continuo a farlo, con lo stesso rispetto e la stessa meraviglia che avevo da bambina.Questo sito nasce dal desiderio di condividere ciò che ho imparato: ricette autentiche, rimedi della tradizione, e piccoli gesti di cura che si tramandano di generazione in generazione. Ogni articolo che pubblico è frutto della mia esperienza reale, scrupolosamente confrontato con fonti affidabili e supervisionato dalla dott.ssa Maria Di Bianco, laureata con lode in Scienze dell’Alimentazione e in Tecniche Erboristiche.Non sono un medico, né un’erborista, ma una custode della memoria domestica. Quella che sa cosa fare quando un bimbo ha la tosse, quando si raccolgono le noci verdi per fare il nocino, o quando un fiore ti dice che è il momento giusto per essere raccolto.