Unguento alla piantaggine: il rimedio naturale che lenisce e protegge la pelle

Unguento alla piantaggine: il rimedio naturale che lenisce e protegge la pelle

Da bambina, c’era sempre un piccolo vasetto in cucina o in bagno, pronto all’occorrenza. Mia madre e mia nonna lo preparavano ogni estate, con gesti precisi e pazienti, tramandati di generazione in generazione. Era l’unguento alla piantaggine, un rimedio antico ma incredibilmente attuale, utile per affrontare in modo naturale le piccole emergenze cutanee quotidiane: punture di insetti, arrossamenti, screpolature, piccole scottature o irritazioni solari.

Oggi continuo questa tradizione con lo stesso rispetto e la stessa gratitudine verso ciò che la natura ci offre.

Unguento alla piantaggine: il rimedio naturale che lenisce e protegge la pelle

La piantaggine: un’erba umile ma potente

La piantaggine (Plantago major o Plantago lanceolata) è una pianta spontanea che cresce nei prati, ai bordi delle strade di campagna, nei sentieri e perfino lungo i marciapiedi. Le sue foglie larghe, nervate, sono facilmente riconoscibili e raccolgono in sé proprietà sorprendenti. In fitoterapia è apprezzata per le sue qualità antinfiammatorie, cicatrizzanti, emollienti e antisettiche. La raccolta ideale si effettua tra luglio e agosto, quando la pianta è nel pieno del suo vigore. Va però sempre scelta con attenzione: meglio prediligere luoghi puliti, lontani da fonti di inquinamento.

A cosa serve l’unguento di piantaggine

Questo balsamo naturale è un vero alleato per la pelle. È indicato per:

  • Lenire punture di insetti
  • Calmare arrossamenti da sfregamento o sudore
  • Idratare mani screpolate o talloni secchi
  • Alleviare piccole scottature solari
  • Accelerare la cicatrizzazione di taglietti o abrasioni

Grazie alla sua composizione delicata, può essere utilizzato anche sui bambini. Non contiene ingredienti tossici o aggressivi, perciò è perfetto per un uso familiare quotidiano.

Come si prepara: gli ingredienti

Per realizzare l’unguento serve l’oleolito di piantaggine, da preparare in anticipo, lasciando le foglie a macerare per almeno 15 giorni in olio vegetale. Puoi trovare la ricetta completa dell’oleolito [a questo link].

Ecco gli ingredienti per ottenere un unguento soffice e ben conservabile:

  • 60 ml di oleolito di piantaggine
  • 20 g di cera d’api naturale (in scaglie o pastiglie)
  • 1 o 2 gocce di olio essenziale (facoltativo, per profumare e potenziare l’effetto: lavanda, tea tree, camomilla blu)
  • Contenitori sterilizzati per conservare l’unguento (preferibilmente in vetro scuro)

Procedimento

Inizia sciogliendo la cera d’api a bagnomaria: usa un pentolino immerso in un tegame più grande con acqua calda. Quando la cera si sarà completamente fusa, spegni la fiamma e versa lentamente l’oleolito, mescolando con un cucchiaino. Se si formano dei piccoli grumi, non preoccuparti: continuando a mescolare scompariranno in pochi secondi.

A questo punto, se lo desideri, puoi aggiungere l’olio essenziale scelto. Lavanda e camomilla donano una profumazione rilassante e sono ottime per la pelle sensibile; la melaleuca (tea tree) ha invece una forte azione purificante.

Trasferisci subito il composto ancora caldo nei vasetti. Lascialo raffreddare e solidificare a temperatura ambiente per almeno un’ora, senza muoverlo. Una volta freddo, chiudi bene i coperchi, apponi un’etichetta con la data di preparazione e conserva l’unguento in un luogo fresco e al riparo dalla luce.

Durata e consigli d’uso

Se ben conservato, l’unguento dura fino a 12 mesi. Ti consiglio di utilizzarlo su pelle pulita, applicando una piccola quantità e massaggiando delicatamente fino ad assorbimento. È perfetto anche dopo l’esposizione al sole o per calmare il prurito.

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