Oleolito e unguento di piantaggine: la ricetta antica della mia nonna
C’era un mobiletto in casa di mia nonna che da piccola mi affascinava più di qualunque altro. Non era nella cucina, né in camera da letto. Era nel corridoio, sempre in penombra, con due tendine all’uncinetto realizzate da lei stessa. Nessuno osava aprirlo tranne lei. Era la sua “farmacia naturale”, ordinata per piante e rimedi.
Dentro c’erano bottigliette etichettate con nomi che oggi conosco bene: calendula, iperico, malva, rosmarino… ma uno dei più usati era l’oleolito di piantaggine.
Lo utilizzava per tutto: dalle punture di insetti alle scottature, dalle ferite alle mani screpolate. Lo aggiungeva anche alle tisane per calmare la tosse o aiutare in caso di cistite o dissenteria. Era uno di quei rimedi che non mancavano mai, e ogni estate ne preparava una nuova scorta.
E oggi voglio raccontarti come si prepara, passo dopo passo, con lo stesso metodo che usava lei.
Oleolito e unguento di piantaggine: la ricetta antica della mia nonna
Perché la piantaggine?
La piantaggine (Plantago major o Plantago lanceolata) è una pianta spontanea comune nei prati, con foglie ovali o lanceolate ricche di mucillagini, tannini, flavonoidi e clorofilla. Ha proprietà antinfiammatorie, cicatrizzanti, antibatteriche e lenitive, sia per uso esterno che interno.
Quando e come raccoglierla
Il periodo migliore per la raccolta va da fine giugno a tutto agosto. Scegli giornate asciutte, dopo almeno 2 giorni senza pioggia, e prediligi luoghi lontani da strade trafficate, pesticidi o fonti inquinate.
Taglia solo le foglie sane, senza strappare le radici. Evita quelle troppo rovinate o abitate da insetti.
Come preparare l’oleolito di piantaggine
🌿 Ingredienti:
- 30 g di foglie fresche di piantaggine
- 300 ml di olio extravergine di oliva (oppure olio di riso o girasole bio)
- 1 barattolo di vetro sterilizzato con coperchio
🧴 Procedimento:
- Spezzetta con le mani le foglie raccolte e mettile nel barattolo.
- Versa l’olio finché le ricopre completamente.
- Prendi una forbice sterilizzata (con alcol puro per liquori) e tagliuzza le foglie direttamente nell’olio per favorire il rilascio dei principi attivi.
- Chiudi il vasetto e lascia macerare al sole per 15-20 giorni.
- Controlla dopo due settimane: quando l’olio assume un colore verde intenso, è pronto.
- Filtra con garza o colino, travasa in bottigliette di vetro scuro ben pulite e asciutte.
Si conserva fino a un anno in luogo fresco e buio.
Usi dell’oleolito
- Sulla pelle: punture d’insetti, piccole ustioni, tagli, screpolature, ragadi
- In tisana: per tosse, bronchite, catarro (qualche goccia nell’infuso caldo)
- Massaggiato sul viso: come antiossidante naturale per la pelle
- Aggiunto alla crema base: effetto anti-age potenziato
Come preparare l’unguento alla piantaggine
Se vuoi conservarlo più a lungo e ottenere una texture più comoda da applicare, puoi trasformare l’oleolito in unguento.
🐝 Ti servono:
- 60 ml di oleolito di piantaggine
- 20 g di cera d’api purissima
👩🍳 Procedimento:
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Sciogli la cera a bagnomaria in un pentolino.
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Spegni il fuoco e aggiungi l’oleolito mescolando energicamente.
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Versa subito in vasetti sterilizzati mentre è ancora liquido.
-
Lascia raffreddare e poi chiudi ermeticamente.
L’unguento è pronto all’uso e si conserva fino alla stagione successiva.
A cosa serve l’unguento?
- Psoriasi ed eczemi
- Irritazioni cutanee
- Punture di insetti
- Piccole ferite e abrasioni
- Rughe e pelle secca (ottimo antietà naturale)
Un rimedio da tramandare
Come diceva mia nonna, “la piantaggine è una pianta che non urla, ma che fa bene a tutto”. Ed è proprio così: umile, discreta, ma piena di potere. Preparare l’oleolito o l’unguento è un modo per riscoprire una tradizione antica, fatta di osservazione, cura e pazienza.
Provalo anche tu. Vedrai che, una volta fatto, non ne potrai più fare a meno.
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