Kombucha: proprietà, benefici e ricetta

Il kombucha è da secoli considerato un elisir di lunga vita dalla medicina orientale.

Si tratta di una bevanda altamente benefica che si ottiene dalla fermentazione di tè e zucchero grazie ad una coltura simbiotica di lieviti e batteri, chiamata SCOBY (acronimo di Symbiotic Culture of Bacteria and Yeast).

Tutti sappiamo che i fermenti lattici vivi sono un vero e proprio toccasana per il nostro organismo. La salute, infatti, passa anche e soprattutto dall’intestino, considerato un secondo cervello o il cervello dell’addome. Quando è il suo funzionamento si inceppa, si abbassano le difese immunitarie e arrivano i primi segnali di debolezza ad inficiare il nostro benessere.

Grazie alla presenza di batteri “amici” combinati con antiossidanti, polifenoli e vitamine del gruppo B, il kombucha collabora a mantenerlo nelle migliori condizioni possibili, rinforzando la flora intestinale. È antibatterica, antiossidante, energizzante. Ha un sapore acidulo, frizzantino e molto gradevole.

Scopriamo insieme tutte le sue proprietà.

Kombucha: proprietà

Come già anticipato, il kombucha è una bevanda dal rilevante potere antiossidante (per i polifenoli), antifungino e antibatterico (per i batteri presenti che ostacolano il proliferare degli agenti patogeni esterni).

Attenzione, però, non è un farmaco e non è miracoloso. Piuttosto è un sostegno ulteriore al benessere del nostro organismo perché contrasta le mutazioni cellulari maligne, depura il fegato, innalza le difese immunitarie, aiuta la circolazione sanguigna e il cuore.

Insomma è altamente benefica.

Vediamo quali miglioramenti può comportare per il nostro corpo.

I benefici

Assumendo kombucha quotidianamente, possiamo sgonfiarci se soffriamo di ritenzione idrica. Allevia il mal di testa, perché agisce come antidolorifico e ansiolitico naturale.

Allontana lo stress e abbassa la pressione.

In presenza di acne, noteremo netti miglioramenti.

Attenua il reflusso gastrico e interviene a mitigare gli attacchi di colite. Migliora notevolmente i processi digestivi.

Alza il tono del morale e contrasta gli stati depressivi.

Permette di combattere i dolori reumatici.

Molti sono gli studi che avvallano tutti i suoi benefici, tutti recenti; le sue origini, invece, sono antiche.

La storia del kombucha

La storia del kombucha oscilla tra leggenda e verità. Aleggiano su di lui, molte teorie affascinanti.

C’è chi crede che sia stato inventato da un alchimista per ordine del primo imperatore della Cina unita, Qin Chi Huangdi (247 al 221 A.C.) che desiderava ottenere l’immortalità.

Altri narrano che durante il V secolo A.C., il Dr Kombu, un medico coreano famosissimo ai tempi, fu inviato alla corte dell’imperatore giapponese in punto di morte per individuare una cura possibile. Kombu preparò questo tè (cha in cinese) fermentato e il malato miracolosamente guarì.

Fu così che il tè di Kombu, il kombucha entrò nell’olimpo degli elisir di lunga vita.

Infine, taluni sostengono che questa bevanda fosse utilizzata dai samurai giapponesi già nel X secolo A.C.

Il vero segreto del kombucha, però, risiede nello SCOBY.

Ecco di cosa si tratta.

Lo SCOBY

Lo SCOBY, ossia quel disco gelatinoso che galleggia sulla superficie del kombucha, non è un fungo, come in molti credono. Il nome è l’acronimo di symbiotic colture of bacteria and yeast, si tratta quindi di una coltura di batteri e lieviti che simbioticamente collaborano alla fermentazione.

Sono microorganismi vivi, che sopravvivono a una temperatura inferiore ai 30 gradi. Vanno curati e attenzionati; se vengono a contatto con liquidi bollenti muoiono, se invece vengono riposti a temperature inferiori ai 18 gradi, riposano, sono inattivi insomma. Per questo, tra un kombucha e un altro, i discetti di SCOBY vanno sistemati in una parte di liquido e in frigorifero per essere ben conservati.

Il primo kombucha va acquistato in negozi o siti appositi, ma se siete fortunate e avete amici che lo preparano potete farvene regalare uno.

La ricetta del kombucha

La prima considerazione da fare riguarda la scelta del tè che deve essere di qualità. Sulla tipologia, invece, la scelta è libera e personale: possiamo prepararlo con tè nero, verde, bianco. Io amo la qualità Oolong.

I tempi di infusione variano a seconda della specificità, leggiamo sempre le indicazioni e atteniamoci al minutaggio riportato per assicurarci la giusta quantità di tannini utili alla fermentazione.

Inoltre, a piacere, è possibile aromatizzarlo con spezie o erbe aromatiche come cannella, rosmarino, salvia, bacche.

Tutto si gioca sulla corretta misurazione degli ingredienti per ogni lotto di produzione.

Ci serviranno:

  • 2 cucchiai di tè per litro di acqua (oppure 2 bustine)
  • 100 gr di zucchero per litro di acqua
  • 1 SCOBY da circa 100gr per litro di acqua
  • garza sterile per coprire il barattolo
  • barattolo pulito (qui le istruzioni necessarie)
  • un elastico
  • bottiglie sterili
  • spezie, frutta secca o erbe per aromatizzarlo quando necessario

Procedimento:

Portiamo a bollore l’acqua, poi mettiamo in infusione il tè per 10 minuti.

Trascorso il tempo necessario, filtriamo e aggiungiamo lo zucchero. Mescoliamo per scioglierlo del tutto, poi aspettiamo che raffreddi e a questo punto, aggiungiamo lo SCOBY con il suo liquido.

Copriamo il contenitore con un garzina in cotone traspirante e fissiamola con un elastico per assicurarci che non si muova.

In questo momento la fermentazione è già avviata. Le condizioni climatiche influenzeranno la tempistica. Deve essere mantenuto a temperatura ambiente per 7 giorni almeno, ma a volte ne servono anche 15 se la casa è fredda. C’è chi ama la fermentazione lunga, ma io vi consiglio di non superare le 3 settimane.

La seconda fermentazione

Quando il kombucha è pronto e il suo gusto ci aggrada, eliminiamo lo SCOBY con il 15% del Kombucha appena ottenuto. Possiamo riutilizzarlo subito per prepararne un altro, oppure riporlo con il liquido in un barattolo sterile da conservare in frigorifero a riposo, per usi futuri.

Filtriamo il Kombucha ottenuto e travasiamolo in bottiglie con il tappo meccanico.

Possiamo consumarlo tale e quale e sistemarlo in frigorifero oppure fargli fare una seconda fermentazione.

In questo caso basta lasciarlo sigillato ermeticamente a temperatura ambiente per 12/48 ore. In questo modo i batteri e i lieviti si attiveranno nutrendosi dello zucchero presente, producendo anidride carbonica: in questo modo il liquido sarà frizzante. La pressione interna, quindi, aumenterà. Facciamo attenzione quando apriamo le bottiglie! Facciamole sfiatare più volte al giorno sollevando piano il tappo e facendo fuoriuscire la CO2.

Quando noteremo sufficiente schiuma, possiamo riporle in frigorifero ed eventualmente, se gradite, aggiungere della frutta.

Come assumerlo

Beviamone ½ bicchiere al giorno a stomaco vuoto, prima dei pasti principali per godere dei suoi benefici. Gradualmente è possibile arrivare fino ad un massimo di 2 bicchieri al giorno.

N.B: Prima di assumere qualsiasi rimedio naturale è sempre bene rivolgersi al proprio medico di fiducia.

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