Issopo: proprietà e usi

L’issopo è una pianta erbacea perenne, aromatica, profumata, dai bellissimi fiori.

Il suo nome è praticamente identico in quasi tutte le lingue, deriva dal greco e dall’ebraico e significa: “sacro”.

Cresce spontaneamente sul nostro territorio nazionale dalle coste ai monti.

Le sue proprietà sono numerose e benefiche per la nostra salute.

Scopriamole insieme.

Issopo: proprietà

L’issopo contiene una buona dose di flavonoidi, mucillagini, tannini, oli essenziali e acido rosmarinico e caffeico.

Tradotto in termini di utilità pratica, si rivela un ottimo antiossidante, un aperitivo, un miorilassante, un digestivo e un antibiotico naturale.

La sua virtù balsamica è efficace contro bronchiti e raffreddamenti stagionali o da fieno; con le sue proprietà espettoranti e carmitive è in grado di sedare l’asma.

Non solo, si rivela anche un ottimo diuretico in grado di curare i calcoli renali o le infiammazioni alla vescica; ma interviene attivamente anche a livello dell’apparato digerente, grazie ai suoi principi antispasomodici e stomachitici, contribuisce alla secrezione dei succhi gastrici e assorbe i gas intestinali.

Questo per quanto riguarda gli utilizzi interni.

Con applicazioni esterne, accelera la cicatrizzazione di tagli e ferite ed in grado di far riassorbire rapidamente gli ematomi.

Il suo profumo ha un valore calmante e rilassante a livello nervoso.

Della pianta, si utilizzano fiori e foglie essiccate in erboristica e in cucina, ma nelle ricette può essere impiegata anche fresca.

Visto il suo interesse salutistico rilevante, vediamo come riconoscerla facilmente.

La botanica

L’issopo è un’erba officinale dall’aspetto cespuglioso, diffusa soprattutto su terreni incolti, sabbiosi, aridi, rocciosi o calcarei. Ama le zone ben esposte al sole, ma è possibile coltivarlo anche a casa.

Il fusto può arrivare a 60 centimetri di altezza. È legnoso alla base, erbaceo alla sommità. Le foglie sono lanceolate e allungate, di un colore verde intenso, dal picciolo corto.

I fiori sono raggruppati in spighe e presentano corolle piccole, di un azzurro intenso, ma possono essere anche viola o bianche. Sbocciano più volte l’anno, se potiamo la pianta, da giugno ad ottobre.

Ora che sappiamo riconoscerlo, raccogliamolo in zone non trafficate, lontano dalle aree più inquinate. Per farlo correttamente, dobbiamo tagliare la porzione erbacea dei fusti in fiore d’estate o d’autunno, mentre le foglie possono essere staccate in qualsiasi momento.

Vanno essiccati a mazzetti, disposti a testa in giù e avvolti da carta non stampata, ma bucherellata, in una zona ombreggiata esterna alla casa.

L’issopo si presta ad essere coltivato facilmente in orto, giardino o vaso.

Ecco come trattarlo.

La coltivazione

L’issopo è una piantina rustica che ama la piena esposizione al sole e il terreno asciutto.

Se lo invasiamo, ricordiamoci di utilizzare sul fondo, l’argilla espansa per garantirgli un terriccio ben drenato, nell’orto, basterà della sabbia per scongiurare ristagni idrici.

Non necessita di innaffiature frequenti, solitamente bastano le piogge stagionali, ma se lo coltiviamo in casa, sarà sufficiente verificare che non resti asciutto troppo a lungo e che la terra non sia crepata. Per quanto riguarda la concimazione, non risulta necessaria, se non in fase di trapianto.

Potiamolo vigorosamente il primavera, e ci regalerà una fioritura straordinaria.

Si rivela importantissimo nei giardini a scopo ornamentale perché cresce laddove altre piante faticano ad attecchire, riempiendo eventuali buchi e regalando un colpo d’occhio estetico.

Non teme i parassiti ed è un fiore molto amato dalle api bottinatrici; può quindi contribuire alla sopravvivenza della specie.

Gli usi

In cucina

Partiamo dall’utilizzo culinario delle foglie fresche: hanno un sapore deciso che può esaltare il gusto del pesce, ma anche la selvaggina e la carne stufata acquisiranno un sentore particolare grazie alla loro presenza. Si rivela delizioso poi per minestre di legumi o di ortaggi.

I fiori sono perfetti in insalata e si prestano alla preparazione di golose frittate.

In erboristica casalinga

Con le sommità fiorite essiccate possiamo realizzare:

  • decotti: servono 5 g di issopo in 150 ml di acqua fredda. Portiamo a bollore e lasciamo andare per un quarto d’ora circa. Spegniamo il fuoco, attendiamo 5 minuti, poi filtriamo e beviamolo caldo;
  • infusi: in questo caso sono necessari 25 g di issopo sminuzzato per ogni litro di acqua bollente. Lasciamo raffreddare completamente senza colare prima, poi filtriamo e trasferiamo in una bottiglia sterile. Chiudiamo ermeticamente e conserviamo in un luogo fresco e asciutto;
  • tintura: per questo preparato erboristico, dovremo macerare per una decina di giorni, 25 g di issopo in 80 ml di alcool a 80°. Filtriamo e conserviamo in una boccetta scura;
  • vino medicamentoso: scegliamo un buon rosso o un bianco di qualità e lasciamo decantare 50 g di issopo per 7/10 giorni almeno. Coliamo e consumiamone un bicchierino al bisogno.

Le cure

Per ovviare alle infiammazioni alle prime vie respiratorie come asma, catarro e bronchiti, ai raffreddori da fieno o da sbalzi di temperature, possiamo assumere:

  • 3 tazze di infuso al giorno, a temperatura ambiente, oppure,
  • 3 tazze di decotto caldo, l’ultima prima di dormire;
  • 15 gocce di tintura su una zolletta di zucchero.

Le prime due preparazioni, inoltre, possono essere utilizzate per gargarismi in presenza di mal di gola o gengiviti.

Il decotto caldo è utile anche per risolvere problemi digestivi, a fine pasto, così come il vino medicamentoso (ne basta un bicchierino). Quest’ultimo può essere consumato anche prima di mangiare per stimolare l’appetito. Allo stesso modo, anche 20 gocce di tintura madre in un cucchiaino di acqua calda può contribuire alla secrezione di succhi gastrici e ad assorbire i gas intestinali.

Per curare ferite, ematomi, piaghe, possiamo fare impacchi con garzine sterili imbevute nel decotto o nell’infuso e applicarle in zona. In questo caso, sono utili anche cataplasmi di foglie fresche.

In ultimo, con 50 g di sommità fiorite in 500 ml di acqua calda (quindi con una dose più importante di issopo rispetto alla ricetta dell’infuso classico da ingerire), è possibile ottenere un tonico da passare sul viso, servendoci di un batuffolo di cotone, con effetti rivitalizzanti per le pelli atone.

Curiosità

Il termine issopo, dal greco hyssopos, pare risalire all’ebraico e significa “erba santa”. A ulteriore prova di ciò, questa pianta è spesso citata nella Bibbia e nei Vangeli.

Era utilizzata come aspersorio per le benedizioni, le sue corolle sono ideali per dispensare liquidi.

Durante l’esodo dall’Egitto, gli israeliti se ne servirono per segnare con il sangue dell’agnello immolato, le loro porte, in modo che l’angelo distruttore li riconoscesse e li risparmiasse.

Con un rapo di issopo, venne offerta la spugna imbevuta nell’aceto per dissetare Gesù crocefisso.

I romani lo usavano come disinfettante e come cura contro la lebbra e la peste.

Nel Medioevo, oltre all’aspetto medicamentoso, veniva ridotto in polvere e sfruttato per profumare la biancheria.

N.B: Prima di assumere qualsiasi rimedio naturale è sempre bene rivolgersi al proprio medico di fiducia.

Per tutte le informazioni su come essiccare le erbe basterà cliccare QUI

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