Farinello o spinacio selvatico: tutti i segreti di questa pianta officinale

Il farinello o spinacio selvatico è una pianta officinale ricchissima di benefici per il nostro organismo. È interamente commestibile e può essere utilizzata in svariate ricette.

Essendo spontanea, diventa importante allora saperla riconoscere per godere di ogni sua virtù, perché, ovviamente, è deliziosa.

In gergo tecnico, prende il nome di Chenopodium Album, per via delle sue foglie che ricordano i piedi delle oche. Il nome farinello, invece, deriva dalla polverina bianca, simile a farina che presentano sulla superficie.

In passato, le nostre nonne lo utilizzavano per usi alternativi alla cucina: preparavano un infuso per tingere i capelli e con le foglie rimaste, lucidavano le pentole in rame.

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Il farinello o spinacio selvatico: le caratteristiche della pianta

Il farinello appartiene alla famiglia delle Anaranthaceae ed è presente a tutte le latitudini e a tutte le longitudini di entrambi gli emisferi; in parole povere: cresce spontaneamente ovunque.

Sulla nostra penisola, abbonda lungo i sentieri di montagna, nei campi incolti, ma anche nei terreni aridi.

In America, in Giappone e in India, è tanto apprezzato da venir coltivato proprio per le sue proprietà nutrizionali, molto simili a quelle della quinoa, un’altra pianta erbacea appartenente alla sua stessa famiglia.

Comunemente, è considerata un’erba infestante per via delle sue radici, molto difficili da estirpare.

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Fuori terra, il fusto cresce in media di 60 centimetri e si presenta ramificato. Ha un colore verde con venature rossastre.

Sugli steli, le foglie sono disposte in maniera alternata: le più grandi in basso, le più piccole in alto. Hanno una forma facilmente riconoscibile, palmata, i margini ondulati. Le cime presentano una sorta di pulviscolo biancastro.

I fiori sono dei bulbi rotondi consecutivi gli uni agli altri, disposti a spiga. La loro lunghezza varia dai 2 ai 20 centimetri e spuntano al termine degli steli. Ogni globo contiene un numero di fiori che varia dai 5 ai 15. Sono minuscoli e ognuno contiene 5 calici e 5 petali. I frutti sono capsule verdi e contengono un solo seme. Ogni pianta ne produce circa 60.000: sono microscopiche sfere, lucide e marroni. Hanno molta resistenza ed elevata capacità di germinazione anche a 50 anni di distanza dalla loro apparizione.

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Le proprietà del farinello

Il farinello è una pianta medicinale dalle svariate virtù. Contiene minerali come ferro, potassio, calcio, è quindi perfetto per gli sportivi o per chi ha carenze nutrizionali dovute al caldo.

Fornisce un’elevata dose di vitamina A, ideale in caso di problemi visivi. È diuretico, lassativo, antireumatico e digestivo.

È privo di tossicità, ma va evitato da chi soffre di disturbi renali perché troppo ricco di sali.

Per ovviare a questo problema, però, possiamo bollirlo ed eliminare gli ossalati.

Se utilizzato per impacchi cutanei, cura scottature di lieve entità, favorisce la cicatrizzazione di tagli e ferite non gravi e riduce gli ascessi.

La coltivazione

Può essere coltivato facilmente in un terreno ombreggiato; ovviamente non servono particolari attenzioni perché è una pianta molto resistente che riesce ad adattarsi a qualsiasi condizioni, prelevando le sostanze nutritive necessarie da terra e pioggia. Non solo, non patisce la presenza di parassiti come cocciniglia o afidi. Durante la stagione fredda, secca, ma rispunta ogni anno a primavera.

Riconoscerlo è semplice: dobbiamo osservare se le sue foglie, simili al piede di un’oca sono ricoperte da una polverina bianca. Se così è, possiamo raccoglierlo in tutta serenità!

Ogni sua parte è commestibile! Vale la pena allora approfittarne!

La raccolta del farinello

La stagione primaverile è il periodo migliore per la raccolta di foglie, se sono tenere possiamo gustarle crude o preparare un pesto, esattamente come faremmo con il basilico. Oppure, lessiamole o passiamole in padella, riservando loro lo stesso procedimento che utilizzeremmo per gli spinaci. Vi lascio alcune ricette a fine articolo, basterà cliccare sul titolo della ricetta per poterla leggere.

Secche o fresche, possono essere utilizzate anche per preparare una tisana digestiva molto efficace in caso di dolori intestinali o indigestione. Il sapore è gradevole e aromatico.

I germogli raggiungono il loro massimo fulgore tra marzo e agosto: lessi si accompagnano splendidamente con le patate, soffritti con i broccoli. L’abbinamento ideale è con la carne di maiale alla griglia.

I semi maturano in estate. Per isolarli, stropicciamo le inflorescenze tra le dita in modo da farli fuoriuscire dai bulbi. Facciamoli essiccare al sole o in forno (a 50° per 2 ore almeno) e sistemiamoli in sacchetti di carta o in barattoli di vetro. Sono ricchi di sali minerali e possiamo consumarli in zuppe, dopo averli lasciati in ammollo per una notte interna. Faremo un pieno di vitamine.

È dietetico e perfetto per chi vuole rimanere in forma: apporta appena 43 calorie all’etto.

Sul sito potete trovare due ricette imperdibili, a base di farinello. Cliccante sui link!

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