È il momento del tarassaco: scopri quante cose ci puoi fare!

È il momento del tarassaco: scopri quante cose ci puoi fare!

La primavera, per me, ha un profumo ben preciso: quello del tarassaco. Lo conosco da quando ero bambina, quando lo vedevo spuntare tra i ciottoli, nei campi e lungo i sentieri. Allora mia nonna, per far si che mi rimanesse bene in presso mi disse che erano piccoli angeli pronti a volare con un mio soffio, dopo un po’ di tempo mi insegnò a chiamarlo “soffione”, e lo raccoglieva solo per farmi soffiare via i semi, poi da adolescente mi spiegò tutto, e mi fece capire quante proprietà poteva avere questa piccola grande erba. Oggi lo porto in tavola con gratitudine, sapendo di avere tra le mani una pianta umile ma straordinaria.

Il tarassaco è un vero alleato della salute: è depurativo, aiuta fegato e reni a liberarsi dalle tossine, ha proprietà digestive e antinfiammatorie, e in più è ricco di sali minerali, vitamine e antiossidanti. E se questo non bastasse, è anche versatilissimo in cucina. Non serve andare lontano o spendere chissà quanto: basta una passeggiata in mezzo alla natura (sempre con rispetto!) e un cestino.

È il momento del tarassaco: scopri quante cose ci puoi fare!

Ecco come l’ho usato nelle ultime settimane nella mia cucina, con soddisfazione e tanta voglia di condividere con voi queste piccole meraviglie della natura.

Frittata di tarassaco

Una ricetta rustica, saporita e velocissima da preparare. Io utilizzo gambi e foglie fresche, li taglio grossolanamente, e poi, dopo averli sbollentato per qualche minuto per far si che perdano un po’ di amaro, (potete usarli anche a crudo) li salto in padella con uno spicchio d’aglio schiacciato e un filo d’olio extravergine d’oliva. Aggiungo qualche pomodorino maturo tagliato a metà e un pugnetto di olive taggiasche. Dopo qualche minuto, verso sopra le uova sbattute con un pizzico di sale e, se vi piace, una manciata di parmigiano grattugiato o pecorino. Lascio cuocere a fuoco dolce, coperta, finché non si rassoda. Il profumo è incredibile, e il gusto ancora di più.

Capperi di tarassaco

Questa è una piccola magia che richiede solo attenzione e pazienza. Bisogna raccogliere i boccioli chiusi del tarassaco, prima che si aprano in fiore. Poi elimino la corolla verde aperta e lascio soltanto il bocciolo pulito, poi li sciacquo, li sbollento per 2-3 minuti in acqua e aceto (pari quantità di acqua e aceto), poi li scolo bene, li tampono con un canovaccio di pulito e li conservo sotto sale grosso oppure sott’olio, con qualche aroma a piacere: io uso alloro, pepe nero e qualche grano di senape. Dopo qualche settimana diventano saporiti, leggermente piccantini, perfetti per dare carattere a insalate, sughi, focacce o semplicemente su un crostino con un filo d’olio. Per il procedimento sotto sale e con boccioli a crudo troverete tutti i dettagli cliccando su questo link.

Miele (vegetale) di fiori di tarassaco

Lo chiamo “miele”, ma in realtà è un nettare vegetale profumatissimo, dal sapore delicato e dal colore dorato. Per prepararlo, raccolgo solo i petali gialli (meglio la mattina, quando sono ben aperti), li sciacquo e li metto in un pentolino con acqua, zucchero (in pari quantità) e succo di limone. Lascio sobbollire lentamente per circa un’ora, poi filtro e faccio restringere ancora un po’, fino ad ottenere una consistenza simile al miele. Si conserva in barattoli sterilizzati e si spalma su pane, fette biscottate o si usa per dolcificare tisane. Una coccola naturale e profumata.

Insalata fresca e colorata

Quando le foglie sono ancora tenere e giovani, le uso crude in insalata. Le abbino, uova sode, pomodori secchi, mozzarella (o primo sale) e condisco con olio extravergine d’oliva, succo di limone fresco, un pizzico di sale e, se ce l’ho, qualche goccia di miele di tarassaco per un contrasto dolce-amaro. È un piatto che sa di primavera vera. Ma la preparo anche con foglioline tenere di tarassaco, noci, parmigiano, olive, capperi di tarassaco sottolio e qualche fiore, condisco con olio evo e aceto balsamico.

Un consiglio prima di iniziare

Il tarassaco va raccolto con cura, preferibilmente in luoghi lontani da strade trafficate, zone industriali o campi coltivati (che possono essere stati trattati con pesticidi o fertilizzanti chimici). Portate con voi un coltellino (se non necessitate della radice lasciatela nella terra, tagliate alla base della rosetta) e un cestino, lasciate sempre qualche pianta intatta e non raccogliete mai tutto ciò che trovate: la natura va rispettata, sempre.

Il tarassaco è un piccolo tesoro che ci regala la terra senza chiedere nulla in cambio. E io, ogni primavera, lo accolgo con gioia nella mia cucina esattamente come mi è stato insegnato. Se anche voi amate scoprire i sapori autentici delle erbe spontanee, provate queste ricette e fatemi sapere cosa ne pensate!

Vi aspetto come sempre sulla mia pagina Facebook Pane e Mortadella per chiacchierare insieme, scambiarci consigli e idee!

capperi di tarassacocome raccogliere il tarassacoinsalata di tarassacomiele di tarassacotarassaco