Cicoria selvatica: proprietà, usi e ricette

La cicoria selvatica è un’erba edibile che cresce spontaneamente su tutto il nostro territorio nazionale, soprattutto al Centro e al Sud, su terreni incolti e soleggiati, lungo i sentieri e nelle aree verdi. Ha un sapore amaro deciso perché assorbe dal suolo i principi naturale; se viene raccolta in campi ben drenati rivela un gusto più delicato.

È deliziosa in cucina e solitamente è molto apprezzata. Ma ciò che la rende davvero preziosa risiede nella sua composizione organolettica. Possiede moltissime proprietà.

Scopriamole insieme.

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Proprietà della cicoria selvatica

La cicoria selvatica, o cicoriella, appartiene alla famiglia delle Asteraceae, e nel dettaglio al genere Cichorium. È un efficace depurativo, un diuretico e un antiossidante. Apporta appena 17 calorie ogni 100 grammi ed è ideale per chi segue un’alimentazione ipocalorica e per tutti quelli che vogliono fare un pieno di vitamine e sali minerali.

Contiene, infatti, calcio, ferro, fosforo, potassio e sodio, vitamina A e C riboflavina, niacina e tiamina. È ricca di acqua e dispensa fibre utili per il benessere dell’intestino. Conferisce un immediato senso di sazietà che accelera il dimagrimento, qualora fossimo a dieta.

Disintossica l’organismo e rallenta l’assorbimento di zucchero e grassi, è quindi una preziosa alleata del sistema cardiocircolatorio. Tonifica il sistema immunitario e agisce da antibatterico.

Il sapore amaro, ma gradevole, la identifica come un’ottima alleata per la salute di fegato e cistifellea. Rilascia inulina nel sangue, abbassando i valori ematici del colesterolo cattivo.

Ovviamente tutte le sue proprietà sono meglio conservate e assorbite se la cicoria selvatica viene consumata cruda. Ma è deliziosa anche cotta.

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Impariamo a riconoscerla.

Come riconoscerla

Aguzziamo la vista, durante una gita fuori porta, la cicoria selvatica è piuttosto semplice da riconoscere. Le sue foglie sono seghettate, disposte a raggiera sulla rosetta basale. Sono sottili, ma robuste e appuntite. Hanno delle nervature rossastre, così come il gambo che può crescere fino ad un metro, un metro e mezzo dal suolo. Fiorisce da giugno e settembre e si apre al sole con sgargianti petali blu o indaco, ma è la primavera il periodo migliore per raccoglierla.

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Anticamente, le radici venivano utilizzate per preparare un surrogato del caffè.

Non esiste un solo tipo di cicoriella, ma parecchie varietà. Vediamo le principali.

Le cicorie selvatiche commestibili

  • La cicoria più famosa di tutte è indubbiamente la Witloof. Scritto così non dice nulla, ma si tratta dell’indivia belga. Proviene dal Nord Europa, ha foglie bianche o verdine. Predilige i climi freddi ed è la più povera di vitamine e sali minerali.
  • Il radicchio di campo selvatico è facilmente identificabile per le foglie color rossastro, lunghe e ondulate. È delizioso crudo o cotto.
  • La spadona presenta foglie strette e lunghe, scure, ma con venature bianche, decisamente amare.
  • La Barba di cappuccino ha una radice allungata coniche e foglie sottili.
  • Il cardoncello barese presenta foglie frastagliate e coste carnose.
  • I Sivoni delle Murge sono una particolare cicoria autoctona pugliese. Sono molto apprezzati in cucina e vengono raccolti tutto l’anno. Sono i più ricchi di virtù nutrizionali.
  • Infine, la catalogna è ottima in insalata: ha foglie grandi, increspate e croccanti. È conosciuta anche come cicoria asparago o puntarelle.

Come trattare la cicoria selvatica

Una volta raccolta la cicoria selvatica, sistemiamo i cespi sul piano di lavoro o su un asse di legno. Tagliamo la parte finale del gambo per eliminare il terriccio, poi separiamo le coste. Conserviamo solo quelle più fresche, giovani, croccanti e carnose. Mettiamole in una ciotola copriamole con l’acqua fredda e lasciamole in ammollo per una decina di minuti, non di più per non disperdere le proprietà nutritive. Trascorso questo tempo, sciacquiamole ancora, poi scoliamole bene e asciughiamole.

Possiamo consumarle crude, sono un tesoro di vitamine e sali minerali. Ma se non amiamo il sapore eccessivamente amaro, possiamo mettere in atto alcuni trucchetti per attenuarlo.

  • Con il bicarbonato: lessiamo la cicoria in abbondante acqua, aggiungendo una puntina di bicarbonato. Scoliamola e sciacquiamola prima di utilizzarla.
  • Con le patate: anche le patate ci aiutano ad eliminare il gusto amarognolo grazie all’amido che contengono. Questo micronutriente, infatti, funziona da calamita e assorbe l’acidulo in eccesso.
  • Con i limone: se ci dimentichiamo di utilizzare questi espedienti, possiamo correggere la cicoria anche una volta sbollentata. Basterà metterla a bagno in una terrina di acqua fredda e succo di limone per una ventina di minuti.

La cicoria selvatica in cucina

La cicoria selvatica è ottima cruda in insalata, come già specificato più volte. Una volta lessata, può trasformarsi in un ingrediente goloso per il ripieno di torte salate, di zuppe, di minestroni. Possiamo anche realizzare delle frittelle saporite e golose, o ripassarla in padella per servirla come contorno.

Insomma, è un dono prezioso di Madre Natura, ma raccogliamola sempre rispettando l’ambiente e facciamone buon uso!

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