Calendula: proprietà e usi di questa erba officinale

La calendula è un’erba officinale appartenente dalla famiglia delle Asteraceae.

Il fusto può raggiungere gli 80 centimetri di altezza, è ramificato e presenta una leggera peluria. Le foglie sono lanceolate, a margine intero e dentellato; i fiori sono gialli o arancione e sbocciano da aprile a settembre.

Viene coltivata tra le colture perché ha un grande potere repellente contro i nematodi che danneggiano l’orto.

Pur essendo originaria dell’Egitto, ha trovato nel bacino del Mediterraneo terreno fertile per la sua proliferazione. Cresce in collina, in campi, prati o giardini. Viene spesso piantata per uso ornamentale.

Ha moltissime proprietà. Scopriamole insieme.

Calendula: proprietà e usi

La raccolta va da aprile a settembre/ottobre, a seconda del periodo di fioritura. I petali vanno essiccati all’ombra, in una zona areata e successivamente conservati in barattoli di vetro sterile.

Sono ricchi di vitamina C, carotenoidi, flavonidi e oli essenziali con proprietà lenitive, antinfiammatorie, calmanti e cicatrizzanti.

La ricerca cosmetica, infatti, l’ha introdotta in moltissime preparazioni topiche per curare alcune malattie della pelle.

Con i fiori si può realizzare un oleolito e un unguento per massaggi.

Può aiutare la cute infiammata o secca a ritrovare il suo equilibrio. Da sollievo alle scottature e agli eritemi solari. In questi casi, si suggerisce l’uso topico sotto forma di oleolito o unguento, oppure dei fiori freschi semplicemente tritati. Si possono adagiare direttamente sulla parte compromessa.

Le foglie hanno potere callifugo, basta applicarle in loco, proteggendo però l’area circostante.

Per alleviare le irritazioni del cavo orale e i dolori mestruali, invece, meglio ricorrere al decotto.

Basterà lasciare in infusione 2 grammi di calendula essiccata in una tazza di acqua bollente per una decina di minuti, per poi sorseggiare il liquido filtrato.

La storia

La Calendula è nota fin dai tempi antichi, ma recentemente la scienza ha riscoperto e sfruttato i suoi innumerevoli benefici. I Romani la chiamavano Solsequium perché i suoi boccioli seguono il sole; utilizzavano i suoi petali come noi utilizziamo lo zafferano, per arricchire i loro piatti, oppure li spremevano per tingere i tessuti.

A lei era legato un mito relativo a Venere o Afrodite, di origine greca. La dea si innamorò perdutamente di Adone e quando morì, pianse lacrime di dolore che toccando terra si tramutarono i fiori, le calendule appunto. Per secoli, dunque questa erba officinale è stata collegata alle pene d’amore, nella simbologia floreale.

Le ricette

I fiori di calendula sono edibili e possono essere impiegati per insaporire e arricchire insalate, risotti, minestre e vellutate. Regala un retrogusto amabile, ma leggermente amarognolo.

I boccioli, inoltre, ancora chiusi, possono essere preparati come sotto aceti e utilizzati per antipasti e aperitivi.

N.B: Prima di assumere qualsiasi rimedio naturale è sempre bene rivolgersi al proprio medico di fiducia.

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