Il biancospino è una pianta officinale arbustiva che può raggiungere le dimensioni di un alberello.
Le sue proprietà sono note fin dall’Antichità, da sempre, infatti è sfruttata per usi fitoterapici dalla medicina orientale e occidentale.
Quasi tutti conoscono le sue virtù distensive, ma non solo le uniche.
Scopriamole insieme!
Biancospino: proprietà
Il biancospino, in gergo botanico Crataegus monogyna, è da sempre utilizzato a livello familiare come blando sedativo. E ha ragione.
I suoi fiori essiccati hanno proprietà rilassanti, ma non solo, sono anche in grado di abbassare la pressione sanguigna, di sostenere il funzionamento del cuore, di ridurre gli spasmi muscolari, agendo anche a livello del sistema nervoso. Si raccolgono in primavera quando sbocciano tra marzo e aprile. La corteccia ha virtù antipiretiche, ossia contribuisce ad abbassare la febbre, e viene prelevata preferibilmente tra settembre e ottobre e seccata all’ombra. I frutti vanno consumati freschi; sono antidiarroici grazie ai benefici astringenti e immunostimolanti per il contenuto di vitamina C e maturano tra fine estete e inizio autunno.
I micronutrienti principali sono quercetina, quercitrina, acido crategico, catechine e flavonidi.
È un vasodilatatore utile in caso di vene varicose e i suoi principi attivi possono aiutare a sollevare le donne dalle problematiche legate alla menopausa.
I benefici
L’uso di preparati a base di biancospino sono utili per curare le infiammazioni alle vie respiratorie, al cavo orale, bronchiti e tosse. Inoltre, si rivela interessane anche per calmare palpitazioni cardiache, regolare il battito del cuore, rilassare il sistema nervoso. È diuretico e permette di depurare reni e fegato e di sgonfiare l’organismo dai liquidi in eccesso.
Può attenuare i crampi uterini e le problematiche legare alla gravidanza. Abbassa la pressione sanguigna, migliora la circolazione, risolvendo i casi lievi di vene varicose.
Rilassa i nervi e facilita l’addormentamento.
Per uso topico, le sue proprietà astringenti migliorano la grana della pelle grassa e acneica.
Non ha particolari controindicazioni, ma è sconsigliata a chi soffre di ipotensione.
Possiamo assumerlo sfruttandolo per diversi preparati erboristici.
Gli usi ed infusi
Con i frutti essiccati di biancospino possiamo preparare un decotto. Portiamo a bollore 1 litro di acqua e 100 g di prodotto. Spegniamo il gas e lasciamo decantare e filtriamo il liquido solo una volta freddo. Assumiamone fino a 3 tazze al giorno in presenza di calcoli renali, problemi intestinali o in caso di raffreddamento.
L’infuso si realizza con 5/6 grammi di fiori essiccati per ogni tazza di acqua bollente. Facciamo riposare per 5/8 minuti prima di filtrare, quindi sorseggiamone due tazze al giorno in caso di palpitazioni, crampi uterini e disturbi della menopausa; una tazza prima di coricarci se soffriamo di insonni e ansia.
Entrambe le preparazioni possono essere dolcificate con il miele.
La tintura madre, invece, prevede una macerazione di una decina di giorni almeno in 85 ml di alcool a 30° di 25 grammi di fiori essiccati. Al termine del tempo indicato, filtriamo il liquido e conserviamolo in un flacone di vetro scuro. Usiamone 20/40 gocce per 2 o 3 volte al giorno in acqua o in una tisana in presenza aritmia, nervosismo, stati di agitazione, difficoltà a prendere sonno, disturbi femminili, vertigini.
Gli usi cosmetici
Il biancospino risulta efficace nella cura delle pelli grasse. Con il suo infuso è possibile infatti preparare una maschera a base di argilla, cera d’api e lanolina da applicare sul viso e lasciare in posa per una ventina di minuti.
La botanica
Il biancospino appartiene alla famiglia delle Rosacee ed è molto diffuso alle nostre latitudini, nelle aree più miti dal mare fino ai piedi dei monti. Predilige il pieno sole, ma riesce ad attecchire anche in penombra. È arbustivo, ma può raggiungere le dimensioni di un albero alto anche 9 metri.
Il fusto è legnoso, presenta una moltitudine di rami spinosi. Le foglie sono verdi scure, lobate, a margine intero e di forma ovale.
I fiorellini sono raccolti in grappoli con un numero di boccioli compreso tra i 5 e i 15, di colore bianco rosso e profumatissimi. Sul finire dell’estate fino ad autunno inoltrato, si trasformano in bacche rosse, tonde e polpose. Sono i falsi frutti, il frutto vero è racchiuso al loro interno e si presenta come un nocciolo.
È una pianta spontanea, ma può essere facilmente coltivato negli orti e nei giardini, dove è spesso presente per uso ornamentale. Rustico e resistente, non teme il freddo, ma le gelate. Patisce le temperature inferiori ai -10°C.
Piantiamolo in pieno o mezzo sole, in terreni calcarei, lontano da piante acidofile. Non necessita di particolari cure, ma nei primi 3 anni dalla messa a dimora, richiede innaffiature continue in estate, soprattutto in assenza di precipitazioni, e una concimazione regolare in primavera e in autunno con preparati a lenta cessione.
Potiamolo dopo la fioritura per contenere la loro chioma densa e compattarne lo sviluppo, conferendogli la forma a siepe.
Curiosità
Il Biancospino è presente nel Vangelo in almeno due diverse citazioni; sembra che la corona di Cristo fosse stata realizzata con i suoi rami intrecciati e che il vincastro di Giuseppe di Arimatea provenisse dal suo legno.
N.B: Prima di assumere qualsiasi rimedio naturale è sempre bene rivolgersi al proprio medico di fiducia.
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