Alloro: usi in cucina e antichi infusi

L’alloro non è solo una pianta aromatica, il suo significato intrinseco rimanda all’idea di nobilita, di premio.

Con le sue foglie, nell’antichità si ornava il capo di eroi, soldati, atleti, poeti; ancora oggi si realizza una corona intrecciata per celebrare i neolaureati.

Il suo utilizzo è antico, il suo profumo è persistente, le sue virtù sono conclamate.

Conosciamo meglio questa spezia in ogni sua declinazione.

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L’alloro tra storia e mitologia

È Publio Ovidio Nasone, nelle sue Metamorfosi, a mettere nero su bianco un mito antico, quello dell’amore senza pace tra il dio Apollo e la reticente ninfa Dafne.

Dall’arco di Cupido erano scoccate due frecce: una d’amore e passione, l’altra di repulsione e rifiuto. La prima raggiunge Apollo, la seconda Dafne e inizia un inseguimento da parte del dio innamorato verso la sua ninfa recalcitrante. Così aveva deciso di vendicare un’antica offesa, Cupido.

Dafne, disperata a causa delle insistenze di Apollo, si rifugia dal padre Ladone, un dio fluviale, o da Gea, la Dea-Terra, qui ci sono versioni discordanti.

La ragazza implora, in ogni caso, di essere trasformata in un albero e le sue suppliche vengono ascoltate.

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Apollo, pur di non privarsi delle presenza della sua amata, realizza una corona con le sue foglie e se ne cinge il capo.

Da allora, l’alloro è simbolo di gloria, potenza, vittoria, fama e chiaroveggenza, tanto che nell’antichità era pratica comune mettere qualche foglia sotto al cuscino per sollecitare sogni profetici.

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Il mito del contrastato amore colpì particolarmente l’immaginazione del Bernini, uno tra i sommi artisti italiani, che lo immortalò nel gruppo scultoreo Apollo e Dafne realizzato tra il 1622 e il 1625 ed oggi esposto presso la Galleria Borghese di Roma.

La pianta ha origine in Anatolia e sulle coste del Mediterraneo. È un sempreverde della famiglia delle Lauraceae, e in botanica prende il nome di Laurus nobilis.

Grazie al suo utilizzo e alle sue proprietà è arrivato a noi il sapone di Aleppo, il più antico della storia, noto fin dal 2.500 a.C. e ricavato mischiando olio di oliva e alloro, in dosi precise.

I benefici dell’alloro

L’alloro ha indubbie proprietà digestive, assorbe e contiene coliche e gonfiore all’addome. Le sue virtù espettoranti, poi, lo rendono un rimedio perfetto per placare i bronchi e liberarli dal catarro (in caso di sintomi lievi).

Combatte l’artrite e i dolori reumatici per le sue qualità antinfiammatorie.

Un tempo era una pianta medicinale, ma oggi, il suo impiego è relegato per lo più a semplice condimento.

Viene utilizzato nella sua versione essiccata come insaporitore, insieme al altre spezie. Ma le sue foglie fresche sono a disposizione tutto l’anno perché si tratta di un sempreverde e il loro sapore è molto più deciso. Non solo, gli oli essenziali contenuti sono presenti in una quantità maggiore e rilasciano i maggiori benefici.

Contiene e rilascia micronutrienti (eucaliptolo, geraniolo, terpineolo).
Ma bisogna saperlo utilizzare! Se lo si aggiunge in quantità eccessive e sui piatti sbagliati, rischia di coprirne il sapore. Impariamo, allora, insieme come usarlo in cucina e non solo!

Meglio secco o fresco?

La grande distribuzione e i piccoli esercizi alimentari preferiscono ormai commercializzare l’alloro secco.

Perché?

Le sue foglie hanno una forma simile a quelle dell’oleandro, una pianta diffusissima al sud, tossica e pericolosissima per l’organismo umano (e animale). Da qui si è diffusa l’usanza di utilizzarlo secco, per essere al riparo da qualsiasi rischio, confondendolo!

Eppure l’alloro fresco ha proprietà maggiori. Dovremmo tutte acquistare una piantina e coltivarla in vaso o in giardino, per godere appieno dei suoi benefici!

Come usare l’alloro nei primi piatti

Per utilizzare correttamente l’alloro sui primi piatti, senza coprirne il sapore, ma esaltandolo, abbiamo svariate possibilità. Qualche foglia nel brodo di petto di pollo, lo renderà estremamente gustoso, perfetto per essere consumato tale e quale o come base per zuppe, minestre, risotti e arrosti.

Creme di legumi come lenticchie, ceci, fagioli si trasformano in piccoli capolavori di cucina, ma anche la pasta e il riso acquisiscono un sapore ancor più amabile con il suo impiego. Ma non aggiungiamolo a casaccio. Proviamolo nella pasta con la la salciccia. Cuociamo la pasta come d’abitudine, sgraniamo la salsiccia e rosolatela con il burro e qualche foglia di alloro. Usiamo questo fondo meraviglioso per saltare e condire la pasta a fine cottura e spolverate un po’ di pepe nero.

Quando prepariamo un risotto al rosmarino, uniamo anche qualche foglia di alloro, ne intensificherà il profumo.

Incorporiamolo anche nel sugo di pomodoro, lo renderemo più rustico e godereccio; nel ragù napoletano, poi, non può certo mancare.

Alloro nei secondi piatti

Passiamo ai secondi: l’alloro è meraviglioso sulla selvaggina, sulla carne e sul pesce. Trasforma gli arrosti e i brasati in veri e propri capolavori. Ne bastano pochissime foglie, due, al massimo tre per esaltare ogni aroma!

Anche i frutti di Madre Terra beneficiano del suo profumo inconfondibile, in primis le castagne!

Quando le lessiamo, aggiungiamo l’alloro, il risultato finale ci conquisterà.

Proviamolo anche sulle cipolle: affettiamole e facciamole imbiondire in padella, con un filo d’olio e a fuoco basso. Aggiungiamo sale, pepe e alloro essiccato e portiamo a cottura, versando a poco a poco l’acqua se si asciugano eccessivamente.

Sulle patate al forno regala, forse, il meglio di sé. Ne basta una spolverata prima di cuocerle.

Distribuiamo l’alloro sui funghi trifolati, oltre all’aglio e al prezzemolo: si trasformeranno in un piatto da mille e una notte.

Anche le melanzane a beccafico beneficiano di un aroma ancora più rotondo e saporito, con un po’ di alloro essiccato. Grigliamo gli ortaggi, dopo averli affettati con cura; tostate il pangrattato con i pinoli e l’alloro, poi utilizziamo questo condimento per farcire le melanzane. Arrotoliamole e chiudiamole con uno stuzzicadenti, infine inforniamole per 20 minuti a 180°.

Utilizzare l’alloro in infusione

Il primo e sorprendete utilizzo per l’alloro in infusione riguarda l’aceto! Si tratta di una ricetta antica, un tempo utilizzata per insaporire le pietanze a cui si accompagnava e per evitare qualsiasi spreco. Soprattutto se l’aceto non era di qualità elevata, con l’alloro se ne camuffava il sapore.

Vale la pena, però, recuperarla.

Versiamo 1 litro di aceto di vino bianco in un tegamino, portiamolo a sfiorare il bollore, poi inseriamo una quindicina di foglie di alloro fresco.

Lasciamo raffreddare del tutto, poi, senza filtrare, trasferiamo in un contenitore a chiusura ermetica e facciamo decantare per 3 settimane in un luogo fresco e asciutto, lontano da fonti di luce e di calore.

Trascorso questo tempo, filtriamo e travasiamo in un bottiglia. Utilizziamolo come faremmo con l’aceto normale, ogni piatto avrà una marcia in più.

Per le sue proprietà digestive, l’alloro si presta a essere consumato sotto forma di tisana fredda o calda, a seconda della stagione. Facciamo bollire l’acqua, poi spezziamo le sue foglie fresche e lasciamole in infusione per una decina di minuti. Filtriamo e gustiamo questo decotto, zuccherandolo eventualmente a piacere (ottimo con il miele).

Quando vogliamo arricchire un tè o una tisana già pronta, possiamo anche aggiungerlo alla preparazione.

Dopo un pasto abbondante, prepariamo un “canarino”. Per chi non lo conoscesse, si tratta di un infuso digestivo a base di alloro e scorza di limone, utilizzato un tempo per alleviare la digestione difficile. Rinnoviamo la tradizione e proviamo a prepararlo anche noi!

Portiamo a bollore un pentolino di acqua, uniamo poi gli altri due ingredienti e lasciamo riposare per 10 minuti. Filtriamo e assumiamo il liquido tale e quale o con l’aggiunta di un po’ di miele. Il peso allo stomaco svanirà in men che non si dica.

Il liquore di alloro

Non dimentichiamo poi il liquore, profumatissimo e aromatico, che possiamo realizzare con le sue preziose foglie!

Laviamone e asciughiamone una trentina, poi immergiamole in 1 litro di alcol puro e lasciamole decantare per una ventina di giorni in un luogo fresco e asciutto. Trascorso questo tempo, prepariamo uno sciroppo con mezzo litro di acqua e 350 grammi di zucchero. Portiamo a bollore, mescoliamo con cura per sciogliere i granelli, poi facciamo raffreddare del tutto. Filtriamo l’alcool e versiamolo nello sciroppo, infine imbottigliamo (per maggiori dettagli cliccate qui).

Infine, dopo aver a lungo cucinato, se la nostra casa odora di fritto, facciamo bollire qualche foglia di alloro fresco: gli oli essenziali e le sostanze volatili contenute, si eleveranno nell’aria, grazie al calore ed elimineranno ogni olezzo!

E ora che sappiamo davvero tutto sull’alloro, non ne faremo più a meno!

 

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